Cosa sono le coincidenze
Ancora un articolo sulla coincidenza ma da un punto di vista diverso: quello quantistico
Abbiamo già parlato di coincidenze e di sincronicità, abbiamo anche citato sulla collaborazione tra Jung e Pauli (che, grazie al principio di esclusione, vinse il Premio Nobel nel 1945. Il principio sostiene che due elettroni dello stesso atomo, non possono avere uguali i numeri quantici).
In presenza di coincidenze sorprendenti, si ha l’impressione che siamo connessi al mondo in modo misterioso. Quante volte pensiamo ad una canzone e poi la sentiamo alla radio oppure pensiamo ad un amici a ci arriva un suo sms. Cosa succede in questa caso?
Sentiamo cosa dice Jung:
“« Il fenomeno della sincronicità è quindi la risultante di due fattori: 1) un’immagine inconscia si presenta direttamente (letteralmente) o indirettamente (simboleggiata o accennata) alla coscienza come sogno, idea improvvisa o presentimento; 2) un dato di fatto obiettivo coincide con questo contenuto. »
(C.G. Jung, La sincronicità come principio di nessi acausali, Opere, vol. VIII, pag. 477, Torino, Boringhieri, 1983)
L’sms, la canzone e mille altri esempi simili, indurrebbero a pensare che la nostra mente sia ‘connessa’ con tutto ciò che ci circonda. Abbiamo, da un lato, uno stato mentale, dall’altro uno fisico e nel mezzo la ‘coincidenza’ o, come dice Jung, sincronicità.
Ma questa cosa non accade solo tra la mente e il mondo fisico, ma anche tra due menti: penso a te e tu mi mandi un sms, compro una cosa a tu fai lo stesso, etc.
Quindi, come dicevamo prima, le cose si sincronizzano grazie a ciò che chiamiamo coincidenza (che non esiste) tra un evento esterno a noi (mondo oggettivo) e la nostra mente (soggettivo).
I fisici, in particolare quelli quantistici, sostengono che questi fenomeni non sono assolutamente spiegabili con la fisica classica. Ecco che allora si chiama in causa un concetto della fisica quantistica molto importante l’entanglement.
L’entanglement quantistico può (forse) spiegare, perchè avvengono connessioni tra più menti oppure tra mondo materiale e mente. Potrebbe addirittura spiegare come inconscio e coscenza siano collegati. Ma vediamo meglio questo aspetto.
Interazione coscienza – inconscio
La fisica delle micro particelle ci insegna che gli elettroni, finchè non vengono osservati (per effettuare una misurazione) esistono sotto forma di onda. Alcuni fisici teorici ipotizzano che si possa fare il paragone dell’inconscio con un elettrone. L’elettrone si trova sempre potenzialmente in vari stati. La coscienza, che nella fattispecie sarebbe il ‘misuratore’ altera questo stato (onda).
Insomma, l’inconscio quando non è sollecitato, funziona come un elettrone nello stato di onda. Quando la coscienza stimola l’inconscio, la funzione d’onda crolla (vedi l’esperimento della doppia fenditura). Se questa ipotesi fosse vera, le varie parti del nostro apparato psichico attivano continuamente processi quantistici. Questi processi, come abbiamo detto sopra non accadono solo all’interno nella nostra mente ma anche tra noi e il mondo esterno e le altre coscienze (intuizione, empatia, sesto senso, etc sono le categorie linguistiche utili ad una comprensione meno tecnica).
Jung ha ipotizzato l’esistenza dell’inconscio collettivo e la fisica moderna ipotizza che l’entaglement possa essere il trait d’union con la nostra mente.
Come avviene il collegamento
Abbiamo spiegato altrove cosa vuol dire entanglement (due particelle che si influenzano anche a molta distanza). Vediamo questa ‘influenza come può essere declinata nella nostra quotidianità.
Il classico esempio ci viene dato dalla famiglia. Padre madre e figli. Cosa c’è di più ‘influenzato’? Come si ‘tiene’ la famiglia? Tutti i giorni le interazioni sono costanti attraverso le emozioni i sentimenti, gli interessi sociali oppure economici. Tutte ‘cose’ che si autoalimentano proprio perché si vive insieme, all’interno della stessa casa. Poi i genitori invecchiano e i figli crescono, cambia l’interazione ma rimane costante la reciproca influenza. Ovviamente questa ‘influenza’ è indipendentemente dal tempo e dallo spazio (oggi ancora di più dal momento che la tecnologia ha ridotto moltissimo queste due entità).
Queste persone, pur non essendo connesse, sono indubbiamente collegate tra loro ed esprimono molto bene il caso di collegamento tra due o più menti.
Trasferimento delle informazioni quantistiche
Le informazioni quantistiche non vengono trasmesse così come avviene nella fisica classica. Le informazioni, così come siamo tradizionalmente abituati, vengono trasmesse in modo binario. Ovvero utilizzando il byte fatto di bit ove, nel bit, possiamo scrivere zero oppure 1. Nella fisica quantistica abbiamo il ‘bit quantico’ che poi viene chiamato qubit. Nel qubit non c’è 0 oppure 1 ma entrambe le possibilità. Cioè ci sono tutti e due.
Secondo alcuni ricercatori quindi, il legame tra l’inconscio freudiano e la coscienza, avverrebbe attraverso questi qubit. Quindi, andando oltre, i due luoghi psichici (inconscio e conscio) sono legati e si influenzano in modo quantistico. Questo a livello personale.
Invocando l’inconscio collettivo (concetto Junghiano) abbiamo lo stesso processo, ma che permette un collegamento tra la mia mente e quella di tutti gli altri.
In questo caso, il legame sarebbe rappresentato da quello che noi, abitualmente, chiamiamo coincidenze.
Alcuni esempi
In merito alle concidenze, potremmo forse dire che potrebbe essere una legge di natura e che quindi non esistono. Agiscono al di fuori dello spazio e del tempo, anzi vanno oltre i loro limiti. Esistono varie ricerche tra cui quella che dimostrerebbe che se due o più persone, se ne stanno in silenzio nella stessa stanza, prima o poi raggiungono una sorta di sintonia. Tale ‘sintonia’ è stata registrata da tracciati EEG. Tali tracciati evidenziano che le loro onde cerebrali si sincronizzano al punto che sembrano essere identici.
Quindi esisterebbe una legge che unisce cose simili.
Sarà forse l’entanglement?