Fanno parte di questa categoria la scatologia telefonica, la clismafilia, l’ urofilia, la coprofilia, la zoofilia, la necrofilia, ecc.
Tali parafilie vengono considerate “minori” in quanto sono molto più rare per giustificare l’uso di una classe specifica. Quando tali attività diventano prioritarie e sostituiscono i contatti sessuali ordinari, allora rientrano in un quadro di “anormalità”.
Come per le altre parafilie, anche queste possono essere ricondotte a due forme principali: le perversioni dell’atto, in cui la perversione si esplica nella forma del comportamento, e le perversioni dell’oggetto che si riferiscono alla scelta del “partner” sessuale (meta).
Perversioni dell’atto
In generale sono considerate tali tutte le deviazioni sessuali che sostituiscono, in modo esclusivo, il coito con una pratica di altro tipo. Un primo grande gruppo comprende tutti quei comportamenti in cui la soddisfazione sessuale viene raggiunta attraverso la sollecitazione del canale visivo. La coprofilia consiste nell’eccitarsi sessualmente a contatto con gli escrementi derivanti dalla funzione escretoria propria o altrui. In questa parafilia l’attrazione, quindi, inizia dai glutei, per focalizzarsi poi sempre più sulla zona anale e, infine, esclusivamente sulle feci. Al primo stadio il coprofilo si sente ancora attratto dalla persona che defeca e le chiede di poter assistere a questo suo atto; lentamente gli escrementi diventano più importanti della persona che li espelle fino al punto che il soggetto, per soddisfare i suoi desideri sessuali, ha soltanto bisogno delle sue o altrui feci. In quest’ultima fase quindi la relazione con l’altro diventa secondaria, se non addirittura accessoria. La causa primaria di tale perversione va ricercata nella sensazione di piacere provata da bambino defecando e si configura quindi come una forma di infantilismo sessuale, perché legata alla funzione degli sfinteri.
La manifestazione estrema di questo comportamento è la coprofagia, la tendenza cioè a mangiare le feci, ma in tal caso rientriamo nell’ambito di quadri patologici di tipo psicotico. Il ricavare piacere erotico dall’assistere all’evacuazione sembra essere, comunque, considerevolmente più diffuso del contatto diretto con le feci.
Allo stesso modo, l’urofilia rappresenta una forma di feticismo per l’urina in cui l’eccitazione sessuale deriva dal guardare una persona urinare, dall’essere bagnati o dall’ingerire urina e dall’urinare su un’altra persona. Ad uno stadio avanzato, l’urina diventa sempre più l’oggetto del piacere sessuale, fino ad arrivare a situazioni in cui esso è legato al farsi urinare addosso: in alcuni casi si può giungere ad un’incapacità di avere un orgasmo genitale, provando invece sensazioni simili nell’atto dell’orinare (orgasmo uretrale).
Un altro gruppo di parafilie è invece classificabile sulla base dei desideri e impressioni di natura acustica, ovvero sulla voglia di ascoltare o di essere ascoltati. E’ il caso della scatologia telefonica, detta anche pornolalia, ovvero la tendenza a pronunciare parole oscene, che sottende l’intenzione di indurre l’ascoltatore a visualizzare, in modo vivace, l’oggetto d’eccitazione con il vantaggio che in questo modo la sessualità temuta ha riferimenti solo astratti, non è reale. Il mantenere una distanza non solo fisica ma anche visiva, infatti, difende dalla possibilità di mettere in atto realmente un rapporto sessuale la cui effettiva realizzazione provocherebbe nel soggetto ansie e paure ingestibili. In genere, infatti, chi telefona si masturba mentre parla. Si tratta di un’azione ossessiva di natura sessuale alla stessa tregua della pornografomania, in cui il comportamento perverso consiste nello scrivere e inviare ad altri testi di contenuto osceno.
Perversioni dell’oggetto
Queste parafilie riguardano le pratiche sessuali in cui si verifica una sostituzione dell’oggetto finale (nella nostra cultura occidentale una persona adulta consenziente) con cadaveri (necrofilia), animali (zoofilia) o altro.
La necrofilia consiste nel realizzare esclusivamente la soddisfazione sessuale con un cadavere di sesso femminile, della cui morte non si è in alcun modo responsabili. Davanti al cadavere il necrofilo può accarezzarlo voluttuosamente, può mastrurbarsi e giungere anche all’amplesso. Se nel feticista la deumanizzazione del soggetto è una componente importante, nel necrofilo questa è l’elemento cardine della fantasia ed il soggetto opera una sostituzione simbolica molto complessa di situazioni che sono vissute come desideri impossibili. I necromani non provano gusto ad uccidere, anche se a volte vi sono costretti per soddisfare il loro desiderio di accoppiarsi. La necrofilia è ritenuta come la manifestazione di un grave disturbo di personalità sottostante, generalmente di tipo psicotico.
La fissazione sessuale sugli animali, la zoofilia, viene definita come la tendenza ad avere rapporti sessuali orali o genitali con animali. Se la zoofilia è favorita dalla necessità di sfogare in qualche maniera gli istinti sessuali in assenza di un partner umano disponibile (ad esempio in campagnia od in abitazioni molto isolate) non si può parlare di perversione.
C. Simonelli, F. Petruccelli, V. Vizzari (a cura di), “Le perversioni sessuali” Franco Angeli, 2000