Il termine deriva dal francese frotteur, colui che sfrega. Secondo il DSM-IV, il frotteurismo comporta il toccare e lo strofinarsi contro una persona non consenziente. Il comportamento di solito si manifesta in posti affollati, in cui il soggetto può facilmente sottrarsi all’arresto (per es. marciapiedi pieni di gente o mezzi di trasporto pubblico). Il soggetto strofina i propri genitali contro le cosce o le natiche della vittima oppure palpeggia i suoi genitali o le mammelle. Facendo questo egli spesso fantastica una relazione esclusiva di intimità con la vittima. Di solito questa parafilia esordisce nell’adolescenza. I frotteur risultano essere esclusivamente uomini e possono sviluppare la loro tendenza in senso sia omo che etero.
Alcuni autori ritengono che il frotteur sia un soggetto in cui lo sviluppo sessuale si è arrestato allo stadio infantile dell’erotismo corporeo e cutaneo. Il frotteur ha in comune con il feticista la tendenza all’anonimia, la paura di un contatto responsabile con un’altra persona. Tuttavia, al contrario del feticista, fissato soltanto sugli oggetti-feticcio, egli ha comunque bisogno di un partner sessuale. Per formulare la diagnosi di frotteurismo i criteri del DMV-IV prevedono che il soggetto, per un periodo di almeno 6 mesi, abbia fantasie, impulsi sessuali, o comportamenti ricorrenti, e intensamente eccitanti sessualmente, che prevedono il toccare o lo strofinarsi contro una persona non consenziente. Inoltre le fantasie, gli impulsi sessuali o i comportamenti devono creare un disagio clinicamente significativo o la compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre importanti aree del comportamento.
Una importante caratteristica del frotteur è data dal fatto che per lui l’elemento più importante della sua esperienza è la percezione sensoriale del tatto, ovvero la possibilità di sentire direttamente sul proprio corpo il calore, il movimento, i contorni di un altro corpo sconosciuto, ma vivo e pulsante.
Invece alcuni ricercatori americani avanzano l’ipotesi che il comportamento sessuale deviante costituisca una distorsione patologica della fase del corteggiamento. Inoltre, essi ritengono che, sebbene il frotteurismo sia abitualmente considerato semplicemente una seccatura, la ricerca futura avrà il compito di accertare quale percentuale e quali di questi individui sono a rischio di commettere offese sessuali più violente.
Secondo un’ottica psicoanalitica, questi soggetti sarebbero stati tutti esposti alla scena primaria, cioè da piccoli avrebbero assistito ripetutamente a rapporti sessuali tra i genitori. Per un complesso meccanismo nevrotico, questo tipo di esperienza, vissuta in modo traumatico, disporrebbe spesso questi pazienti a un disordinato aumento della rabbia da loro provocata nei confronti delle donne, dalla quale si difenderebbero mediante stati di depersonalizzazione. Gli atti sessuali assumerebbero, quindi, una caratteristica onirica che potrebbe richiamare la scena primaria a cui sono stati sottoposti da bambini. Il meccanismo di modificazione dalla passività all’attività e l’identificazione con l’aggressore diverrebbe l’elemento preponderante dell’attività frotteristica.
A curi si C. Simonelli, F. Petruccelli, V. Vizzari “Le perversioni sessuali” Franco Angeli, 2000.