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Il valore che attribuiamo al tempo – Kairos vs Chronos

Il valore che attribuiamo al tempo
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Foto di suju-foto da Pixabay

Il significato del tempo

Il valore che attribuiamo al tempo, e per parlare del tempo, dobbiamo fare un salto nell’antica Grecia e rifarci a due divinità. 

Kronos indicava la durata, kairós significava invece il tempo opportuno’

Chronos

Chronos, dal greco Χρόνος (Tempo), da non confondere con Crono/Kronos) aveva il compito di temporizzare gli eventi. Nasce come mito per spiegare la ciclicità agricola e quindi la fecondità ma anche alla successione nell’ambito delle famiglie reali.

Ma poi, alla fin fine, noi lo ricordiamo per avere una stretta correlazione con il TEMPO, che divora il passato anzi, che si nutre del passato e di conseguenza, di tutte le cose che ha creato.

Quindi Cronos, come tempo cronologico, ovvero come tempo quantitativo, ovvero il tempo esterno, il tempo del corpo.

Kairos

Kairos (καιρός), rappresenta quello che viene chiamato (non comunemente) tempo cairologico. Ovvero, rappresenta il tempo qualitativo, ovvero il tempo interno, il tempo dell’anima.

Il tempo e la fisica quantistica

Il valore che attribuiamo al tempo, viene in parte demolito da ciò che lafisica quantistica ci ha da poco insegnato. ovvero, che il tempo non esiste.

Il valore che attribuiamo al tempo e in merito al ‘tempo che non esiste’, Carlo Rovelli, noto fisico teorico, ci illumina, sostenendo che la nozione che abbiamo del tempo, è ancora ancorata ai vecchi schemi fisici, mentre negli ultimi 100 anni ci sono stati notevoli sviluppi.

Sembrerebbe anzi è una certezza, che nell’Universo non esiste il tempo assoluto. Nell’Universo, non c’è un orologio universale, come quello di Star Trek, che indica un’ora identica per tutti (almeno sulla base delle conoscenza attuali).

Più tardi sarà troppo tardi . La nostra vita è ora.

Jaques Prèvert

Al momento infatti, se mando un messaggio alla mia fidanzata che vive in Australia, potrei ricevere il messaggio di risposta in pochi secondi, ma se vivesse su Alpha Centauri (distante appena – si fa per dire – 4 anni luce (ovvero a Km dalla Terra = 11.352.960.000.000) la risposta mi arriverebbe 8 anni dopo.

Sempre secondo Rovelli, per poter comprendere l’Universo, la nozione del tempo è una cosa di cui sarebbe utile farne a meno.

Il tempo, è uno strumento utile a noi, ma all’Universo, non serve.

Quindi, dice Rovelli, se scriviamo equazioni per comprendere l’Universo e se in queste equazioni  il tempo non ne fa parte, è anche vero, che dovremmo capire in che modo e perché abbiamo una ‘percezione’ del tempo.

Da momento che non esiste un tempo assoluto (e credo si sia dimostrato) il tempo che noi percepiamo è solo una delle tante variabili che accadono al livello microscopico (sub-atomico).

Esempio di non assolutezza del tempo

Il valore che attribuiamo al tempo, non è uguale ovunque.

Nella tabella allegata possiamo vedere che se la nostra età sul nostro pianeta fosse di 66 anni, negli altri sarebbe completamente diversa (e stiamo parlando solo del nostro sistema solare).

Pianeta Durata anno in giorni La tua età sul pianeta sarebbe di anni
Mercurio 88                      273,75
Venere 225                      107,07
Terra 365                        66,00
Marte 686                        35,12
Giove 4380                           5,50
Saturno 9307,5                           2,59
Urano 30660                           0,79
Nettuno 59860                           0,40
Plutone 90520                           0,27

Ma in questo articolo non vogliamo inoltrarci nel concetto fisico del Tempo.

In questo articolo vorremmo focalizzarci sul tempo di Chronos e su quello di Kairos.  Quantitativo il primo, qualitativo il secondo e quindi più associabile alla dinamica dell’inconscio.

Il tempo al tempo del Coronavirus

Vediamo il nostro tempo al tempo di Chronos, ovvero al tempo quantitativo, cronologico.

Nel periodo clou della pandemia da Coronavirus, il tempo si è come fermato e il valore che attribuivamo al tempo, è un pò cambiato.

 In questo tempo immobile e non più liquido, il mondo intero, quindi miliardi di persone, hanno vissuto, grazie anche alle limitazioni imposte dai governi, un tempo fermo, sospeso.

Un tempo dove non potevamo muoversi, non potevamo incontrare persone, andare al cinema, a teatro, alla partita, al ristorante, … fermi in attesa della risoluzione e della eliminazione / diminuzione dei contagi.

Cosa abbiamo fatto? Ci siamo ritrovati cuochi, pasticceri, esperti virologi, accaniti lettori, abbiamo scoperto lo smart workingabbiamo scoperto i vantaggi degli incontri con il nostro psicoanalista onlineabbiamo comunicato in videoconferenza, non solo per lavoro ma anche con gli amici, le fidanzate, i genitori, i figli, …

Siamo passati da Chronos a Kairos, dal tempo cronologico al tempo cairologico?

Chronos  come dicevamo sopra divora tutto il passato e tutto ciò che abbiamo creato; Kairos invece è il tempo della coscienza, il tempo che non esiste, il tempo ove in quel tempo non c’è tempo ma opportunità, creatività, pensieri, fantasie; il tempo a cui non si da importanza, perché in quel tempo non c’è il collasso della funzione d’onda e tutto rimane ingabbiato in una nuvola di probabilità; è un tempo ove tutto e possibile anche se poi, a volte la coscienza si ferma e decide che quel pensiero è più importante degli altri e viene sostanziato in una decisione, una telefonata, un ripensamento, un progetto, …

In questo tempo non tempo (le lancette continuano a scorrere, ma la coscienza lo ignora) avviene l’introflessione nella nostra anima che poi si fonde (si dovrebbe fondere) con l’anima del mondo (Anima Mundis). 

Pandemia  a parte, forse mai come in questo periodo, per alcuni (solo per alcuni) è stato possibile scendere dal treno vorticoso della vita inarrestabile delle nostre metropoli (del nostro tempo vorticoso) e immergersi nel tempo cariologico riconoscendo la qualità di quel tempo che temporaneamente ha perso o dimenticato l’aspetto cronologico.

Tempo cronologico e ansia

E’ il tempo prima della pandemia? No. E’ il tempo che è sempre stato.

Tempo cairologico, è il tempo della pandemia? No, è il tempo che è sempre stato.

L’unica differenza tra il prima e il dopo è che forse a qualcuno è stata data la possibilità di aumentare la qualità del proprio tempo.

Nella nostra società, almeno fino al prima della pandemia, indiscutibilmente, il tempo ha sempre avuto una valenza più cronologica mentre il secondo aspetto, lo abbiamo un po’ dimenticato.

Qual è quindi lo scopo dell’ansia, anche alla luce di questo ragionamento sul tempo?

L’ansia è una forma di ribellione (e gli attacchi di panico ce lo dimostrano ancora con più decisione). 

L’ansia altro non è che l’espressione del nostro corpo che mal si adatta a tutto ciò che arriva dall’esterno (conformismo, ritualità quasi inderogabili, ritmi, …).

Una frattura tra il tempo esterno (cronologico) e interno (cariologico).

I due tempi non si integrano e la immediata conseguenza, è che il pensiero viene svalutato, denigrato e ridotto ad una ‘perdita di tempo’.

Quindi ci siamo appiattiti sulla quantità a discapito della qualità dell’essere. 

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