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Cosa sono le libere associazioni

Cosa sono e a cosa servono le libere associazioni
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay 

Cosa sono e a cosa servono le libere associazioni

Quando in terapia si deve interpretare un sogno, uso chiedere all’analizzando di farmi delle associazioni in merito a determinati contenuti emersi nel raccontare il sogno stesso.

Spesso, in luogo di associazioni mi fanno interpretazioni, cosa che io interrompo subito. Le interpretazioni si fanno alla fine. Allora, data la difficoltà che molti trovano nel processo associativo, ho ritenuto utile con questo articolo, dare un’idea di cosa vuol dire: fare libere associazioni.

Alcuni concetti della psicoanalisi

Per poter parlare in modo esaustivo delle libere associazioni, dobbiamo familiarizzare con alcuni concetti importanti della psicoanalisi: la rimozione  la resistenza e il transfert.

Con la rimozione, un contenuto della coscienza diviene inconscio.

Con la resistenza si impedisce a quel contenuto di tornare nella coscienza.

Con transfert si intende il ‘trasferimento’ sull’analista di sentimenti che possono essere anche ambivalenti (ovvero sia di odio che di amore) che l’analizzando prova vs i genitori oppure, persone che sono state importanti nel passato (figure di attaccamento).

Compito del terapeuta è quello di analizzarlo, con lo scopo di comprendere il tipo di attaccamento che il paziente ha sviluppato nei suoi confronti. Nella fase finale della terapia, è necessario sciogliere questa forma di attaccamento onde evitare l’incapacità di ‘vivere’ senza il proprio analista.

Attraverso il metodo delle libere associazioni si tenta di vincere il processo della resistenza.

Affinchè questo metodo possa rendersi attivo è necessario che il paziente sia completamente rilassato, abbandoni ogni controllo, elimini ogni eventuale critica, eviti di escludere le idee che affiorano.

Grazie a questo procedimento, di avvia una catena di associazioni che ci portano ai contenuti rimossi. Affinchè ciò accada è necessario il completo rilassamento del paziente, la sua totale rinuncia ad ogni eventuale critica sui contenuti che affiorano, la totale neutralità dell’analista e ovviamente, l’estrema sincerità del paziente.

Il metodo delle libere associazioni

Prima di applicare e utilizzare questo metodo, Freud utilizzava il metodo catartico (ipnosi) che abbandonò presto, dal momento che non tutti i pazienti erano ipnotizzabili, i sintomi tornavano sotto altra forma e nascondevano due elementi che per Freud erano fondamentali: la resistenza e il transfert.

Alcune forme di resistenza sono: il mutismo (il paziente non ha nulla da dire); il ritardo; saltare appuntamenti; anche il transfert è una forma di resistenza.

Il transfert è una specie di proiezione dove il paziente percepisce l’analista come un soggetto molto importante (genitori, nonni, zii, etc) del proprio passato, prevalentemente della prima infanzia.

Sia la figura che i relativi sentimenti percepiti verso l’analista, sono la proiezione di ciò che si provava con la figura del passato. Il paziente quindi non ricorda quella persona e quei sentimenti ma li vive mettendoli in atto.

Tutto ciò che attiene a resistenza e transfert, nella relazione ipnotica andava perso e con essa tutte le preziose informazioni, utilissime al processo terapeutico.

La regola fondamentale della psicoanalisi

Ecco perchè Freud istituì la ‘regola fondamentale‘ ovvero quella regola a cui il paziente deve assolutamente uniformarsi ovvero: dire tutto ciò che passa nella propria mente ovvero: sogni, fantasie sensazioni, fatti, senza scegliere cosa dire oppure cosa non dire, anche quando vengono percepite come imbarazzanti, banali, sgradevoli, fuori posto, sciocche, assurde, insignificanti o sgradevoli.

Il termine libere associazioni non è proprio identico a quello pensato da Freud; lui infatti aveva in mente qualcosa che somiglia di più a ‘idee improvvise o cose che ‘vengono in mente‘, senza nessuno sforzo e assolutamente in modo spontaneo e improvviso.

Un’altra riflessione va fatta sull’altro termine: libere

Infatti lo sono solo in parte, dal momento che il pensiero è comunque indirizzato, verso qualcosa di significativo e a dispetto della regola fondamentale, le sue associazioni saranno caratterizzati da pause, deviazioni, tutte cose insomma che aiutano a rivelare le eventuali resistenze e difese molto utili per comprendere dove concentrare gli sforzi.

Ecco quindi che le associazioni, in realtà libere non sono, anche perchè, l’analista invita spesso il paziente a riflettere su questi contenuti.

Quindi le associazioni successive sono anche la conseguenza delle sollecitazioni dell’analista e delle ulteriori riflessioni del paziente. Insomma le libere associazioni sono libere ma focalizzate su un qualcosa di specifico.

E’ grazie alle libere associazioni che Freud ha capito molte cose tra cui:

La scoperta dell’inconscio

con esso la scoperta che lo psichismo non è solo relativo alla coscienza, dal momento che alcuni contenuti quali le fantasie, gli impulsi i desideri, i pensieri e i ricordi, affiorano alla coscienza a patto che le resistenze vengono superate.

Tutti questi contenuti attendono solo il momento giusto per esprimersi. I contenuti inconsci sono completamente diversi da quelli della coscienza.

I meccanismi di difesa

Hanno alcune caratteristiche specifiche tra cui: attraverso lo spostamento si trasferisce l’importanza da un contenuto ad un altro; tramite la condensazione si elimina ogni contraddizione ovvero, posso amare e odiare la stessa persona, allo stesso momento, dal momento che entrambe le esigenze cercano l’appagamento; attraverso l’assenza di negazione, ignora il possibile ‘no’ all’esigenza di appagare un desiderio; inoltre si avvale anche della sostituzione per cambiare una realtà esterna con una interna (desiderio di aggressione in luogo dell’azione aggressiva).

Processi psichici primari e secondari

Questo ed altro, ha portato Freud a distinguere tra ‘processi psichici primari’ e secondari. I primi rappresentano l’inconscio, gli altri, il pensiero cosciente e razionale che in sintonia con i principi della fisica classica in armonia con i limiti dello spazio e del tempo.

Sia dal punto filogenetico che ontogenetico, i processi secondari (educazione, cultura, norme, etc) vengono dopo quelli primari.

Da tutto ciò si evince che Freud riteneva la coscienza di gran lunga più piccola dell’enorme e sterminato apparato psichico. La punta dell’iceberg rispetto a ciò che di esso è sommerso.

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