AUTOSVEZZAMENTO O SVEZZAMENTO NATURALE: PERMETTERE AL BAMBINO DI CONOSCERE E AUTOCONOSCERSI.
A partire dai 6 mesi di vita si suggerisce alle madri di cominciare lo svezzamento, vale a dire, l’introduzione dei cibi solidi e semisolidi oltre al latte (materno o artificiale).
Il classico svezzamento suggerito dai pediatri prevede un rigido programma, costituito innanzitutto da puree e pappate, da dare mediante l’utilizzo del cucchiaio. Si sta diffondendo, però, una recente tecnica chiamata “autosvezzamento” o “svezzamento naturale”, in cui il bambino sperimenta e si nutre direttamente del vero cibo, escludendo, quindi, qualsiasi tipo di pappa.
Ciò permette di far sviluppare al bambino:
- la destrezza manuale;
- la coordinazione delle mani con gli occhi;
- la capacità di masticare e di inghiottire.
Ovviamente è un processo graduale in cui è importante non mettere in alcun modo sottopressione il bambino, il quale potrebbe altrimenti bloccarsi e cominciare a rifiutare il cibo. Lo svezzamento naturale incoraggia la fiducia del bambino in se stesso, poiché è proprio lui a indicare i suoi tempi e le sue preferenze alimentari.
Le condizioni favorenti l’inizio dello svezzamento naturale sono diverse:
- è capace di restare seduto senza alcun aiuto;
- si mostra interessato alle pietanze presenti a tavola;
- ha perso il “riflesso di estrusione”, vale a dire la spinta fuori della lingua per qualsiasi cosa che non sia liquida.
Spesso la paura che porta la madre ad iniziare con puree, è quella dell’eventuale soffocamento durante l’ingestione di cibi solidi. In realtà un bambino che sperimenta da solo, è in grado di gestire il cibo in bocca, mediante un meccanismo di protezione, chiamato “riflesso faringeo”. Esso non è altro che il rigetto, attraverso il conato di vomito, che si attiva quando un corpo estraneo arriva a toccare la parte mucosa alla base della lingua.
I bambini piccoli presentano questo riflesso in una parte molto anteriore della bocca, rispetto agli adulti. Per questo motivo è facile che abbiano il conato durante la masticazione. Se si aspetta, si vedrà che autonomamente, il bambino sputerà fuori l’oggetto o il cibo senza ulteriori aiuti esterni. Il segnale di soffocamento invece, è l’incapacità di tossire o piangere da parte del bambino, poiché l’oggetto ha raggiunto le vie respiratorie.
In realtà, se il bambino è in una posizione eretta, tale rischio è quasi nullo, proprio per il suo riflesso faringeo.
Per iniziare, basta lasciar sedere il bimbo a tavola, con le mani pulite, permettendogli di esplorare 2 o 3 cibi davanti a lui. E’ importante che nelle fasi iniziali venga posto a tavola quando non ha fame, poiché il cibo è solo fonte di gioco, quindi è necessario allattare subito prima o comunque a poco tempo di distanza.
Per quanto riguarda i cibi, dovrà cominciare con qualcosa di non troppo piccolo, poiché non sarà ancora in grado di afferrare con pollice e indice, ma userà tutta la mano. Si cominci tagliando il cibo a bastoncini di 5 cm, di modo che una parte faccia da “impugnatura” e una la possa mettere in bocca.
Un esempio classico per la fase iniziale è il broccolo, oppure un bastoncino di carota lessata (non troppo altrimenti rimane troppo molle).
Intorno agli 8 mesi, imparerà a prendere pezzi con precisione e aprire il pugno per afferrare. Probabilmente utilizzerà le mani per tenere il cibo in bocca durante la masticazione (con le gengive), non sapendo tenere la bocca chiusa in contemporanea. Verso i 9 mesi saprà afferrare piccoli pezzi di cibo tra pollice e indice e riuscirà, probabilmente, a “inzuppare” un cibo in un altro.
Ovviamente le tempistiche sono molto soggettive, poiché dipendono dalle abilità e dal percorso di ogni bambino, quindi quelle qui inserite sono soltanto frutto di statistiche. Per una maggiore conoscenza dei diversi cibi da proporre o evitare in autosvezzamento è consigliabile seguire un corso appropriato, condotto da professionisti del settore.
A cura della Dott.ssa Ostetrica Sonia Santangelo