TEST DI RORSCHACH
Test proiettivo formato da 10 tavole rappresentanti figure ambigue, 5 nere, 2 bicromatiche, 3 policromatiche. Il modo nel quale ogni singolo soggetto organizza o “struttura” le macchie d’inchiostro nel processo percettivo riflette gli aspetti fondamentali della sua dinamica psicologica, delle sue funzioni psichiche cognitive, affettive, sociali ecc. Ogni tavola rappresenta qualcosa a livello simbolico. Le metodologie attuali per l’uso del Rorschach sono numerose; In Italia il metodo più diffuso è quello appartenente alla Scuola Romana Rorschach; negli USA, invece, si usa soprattutto il metodo comprensivo “Exner”. Qui tratteremo uno dei metodi italiani.
Le fasi del Test di Rorschach (Somministrazione D. Rapaport; Siglatura C. Rizzo; Interpretazione formale- contenutistica e clinico-dinamica) sono le seguenti:
Somministrazione: consiste sostanzialmente nel presentare il test come una prova d’immaginazione e nel consegnare al soggetto una tavola alla volta chiedendo: “Cosa potrebbe essere questo?” Le risposte vanno annotate con estrema fedeltà;
Inchiesta: consiste nell’accertare quali sono le caratteristiche dello stimolo che hanno indotto il soggetto a dare le risposte che ha dato;
Prove supplementari: si tratta di prove facoltative, nelle quali il soggetto viene stimolato nell’individuazione di specifici contenuti riguardanti 2 tavole in particolare, qualora non fossero stati individuati in nessuna delle 10 tavole;
Siglatura: le risposte fornite dal soggetto vengo “codificate” in riferimento alla tecnica di siglatura di riferimento;
Computo generale dei dati: strumento sul quale vengono annotate le siglature, le frequenze dei vari tipi di sigla e i rapporti tra le frequenze.
Interpretazione: Fase di interpretazione del protocollo.
Il test di Rorschach ha un largo utilizzo in ambito forense; è infatti quasi sempre utilizzato nel campo delle consulenze tecniche d’Ufficio (C.T.U.). Nell’attività psicologico-forense il test di Rorschach è un ausilio alla comprensione della personalità e non uno strumento utile per decidere se un’azione ha o non ha avuto luogo.
In ambito clinico, l’utilizzo di questo test può aiutare lo psicoterapeuta a comprendere in tempi più brevi il paziente e così contribuire ad un trattamento più efficace fin dalle sue prime fasi.