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La sindrome di Cassandra
La sindrome di Cassandra è un disturbo psicologico ove la persona affetta, presume di essere in grado di prevedere il futuro o di avere una particolare sensibilità psichica (intuito) che gli permette di anticipare pericoli imminenti ancor prima che accadano.
Il mito
Il termine deriva dalla figura mitologica di Cassandra, una sacerdotessa di Apollo a Troia, nonchèfiglia del re di Troia Priamo e di Ecuba; aveva il dono della profezia, ma condannata a non essere mai creduta. Motivo? aveva rifiutato le avances di Apollo.
Le caratteristiche del disturbo
Le persone affette da questa sindrome sono o possono essere isolati e impotenti, poiché non vengono creduti e si trovano ad affrontare le situazioni in totale solitudine.
Questo può portare a problemi di isolamento sociale, depressione e ansia.
E’ una condizione rara e non è annoverata tra i disturbi psichiatrici classici, ma piuttosto come un insieme di sintomi che possono essere associati a diversi disturbi mentali come la schizofrenia, il disturbo bipolare o l’ansia.
Il trattamento per la sindrome di Cassandra prevede un supporto psicologico con lo scopo di attenuare i sintomi e migliorare la qualità della vita del soggetto. È importante che chi soffre di questo disturbo venga preso sul serio e riceva l’aiuto necessario da parte di professionisti della salute mentale.
Chi era Cassandra
“Oh, Cassandra, figlia di Priamo, profetessa maledetta!”
Nella mitologia greca, Cassandra era una figlia del re Priamo di Troia. Era una profetessa dotata del dono della preveggenza da parte di Apollo, ma poi aveva rifiutato le sue avances amorose e questi le tolse il dono della persuasione e quindi fu condannata a non essere creduta da nessuno. Profetizzò anche le conseguenze disastrose del rapimento di Elena, ma nessune le diede credito.
“Cassandra, dal cuore infranto, conosce il dolore di vedere il futuro e non essere creduta.”
Era solita fare previsioni accurate sul futuro, ma nessuno la credeva per i motivi citati sopra.. Alla fine, le sue profezie si avverarono tragicamente, compresa la caduta di Troia.
Nel corso dell’Iliade, Cassandra profetizza la caduta di Troia e avverte della fine imminente della città, ma nessuno la ascolta o la crede. La sua preveggenza si rivela vera quando Troia cade ai piedi dei Greci e lei stessa perde la vita.
“Cassandra, tu che porti il peso delle profezie, la tua voce cade nel vuoto come lacrime in un mare di disprezzo.”
La vicenda di Cassandra è un esempio della tragica ironia che permea l’Iliade, in cui anche coloro che hanno il dono della preveggenza sono condannati alla sofferenza e all’incomprensione.
Del resto, occorre dire che le sue profezie erano spesso ambigue o criptiche (come del resto tutte le profezie) e le persone non riuscivano a capire il vero significato fino a che non si fossero avverate (vedi ad esempio la profezia che poi ha generato il mito e la sindrome di Edipo.
“Cassandra, l’anima tormentata dalle visioni dell’orrore imminente, nessuno ascolta i tuoi moniti di pericolo.”
Inoltre, il destino tragico che attendeva coloro che non ascoltavano le sue profezie rendeva le persone riluttanti ad accettare e credere alle sue parole.
Come si manifesta la sindrome di Cassandra
La sindrome di Cassandra è una condizione psicologica in cui la persona crede fermamente di avere conoscenze o intuizioni particolari e importanti, ma viene ignorata, ridicolizzata o non creduta dagli altri. Questa convinzione può essere basata su eventi precedenti in cui la persona ha fatto previsioni accurate che non sono state ascoltate, oppure su un senso di percezione più acuto rispetto agli altri.
I sintomi
I sintomi principali della sindrome di Cassandra includono la frustrazione, la rabbia, la sensazione di essere isolati, ignorati o abbandonati; si è osservato anche anche problematiche come l’isolamento sociale, depressione e ansia.
La persona affetta da questa sindrome potrebbe anche manifestare comportamenti ossessivi nel cercare di far capire agli altri ciò che sa o crede di sapere.
La sindrome di Cassandra non è riconosciuta come una patologia mentale ufficialmente, ma piuttosto come un insieme di sintomi e comportamenti che possono essere causati da vari fattori psicologici e sociali.
Quali sono i sintomi della sindrome di Cassandra
L’indagine da effettuare in sede terapeutica si dovrebbe orientare nella ricerca del dove e del perché nasce questa sintomatologia e le ragioni che spingono il paziente ad un continuo auto sabotarsi e a vedere tutto in chiave catastrofica.
Le possibili cause della sindrome di Cassandra può originare da vari fattori, alcuni di essi sono:
- Esperienze traumatiche passate: persone che hanno vissuto eventi traumatici possono sviluppare una mentalità ossessionata dall’idea che qualcosa di simile possa ripetersi.
- Disturbi dell’ansia: individui affetti da disturbi d’ansia possono percepire minacce e preoccupazioni costanti.
- Problematiche psicologiche: la sindrome di Cassandra può originare da problemi psicologici come la paranoia o peggio ancora, la schizofrenia.
- Bassa autostima: persone con bassa autostima possono sviluppare tale sindrome come meccanismo di difesa per proteggersi da un senso di impotenza o di fragilità.
In generale, la sindrome di Cassandra può essere il risultato di una combinazione di fattori psicologici, esperienze passate e dinamiche relazionali, che portano la persona a credere fermamente che eventi negativi stiano per accadere, nonostante le prove contrarie.
La mancanza di affetto all’origine della sindrome di Cassandra
La sindrome di Cassandra è un disturbo psicologico che si manifesta quando una persona, generalmente di sesso femminile, manifesta una profonda sensazione di isolamento e disconnessione dagli altri a causa di una mancanza di affetto, sostegno e comprensione da parte delle persone intorno a lei oppure da un innato pessimismo.
La mancanza di affetto può essere una delle cause principali della sindrome di Cassandra, in quanto la persona affetta può sentirsi trascurata, non apprezzata e solitaria, portando ad un crescente senso di isolamento e alienazione dagli altri.
Questa mancanza di affetto può derivare da vari fattori, come relazioni familiari disfunzionali, mancanza di supporto emotivo e sociale, traumi infantili o esperienze passate di abbandono o rifiuto. Queste esperienze possono portare la persona a sviluppare una bassa autostima, ansia, depressione e un costante senso di vuoto interiore.
Per affrontare la sindrome di Cassandra e superare la mancanza di affetto, è fondamentale cercare di lavorare su se stessi per riscoprire la propria autostima, costruire relazioni nutrienti e imparare a comunicare in modo assertivo, spontaneo, efficace.