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Tocofobia ovvero la paura del parto

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Tocofobia ovvero la paura del parto

Cosa è la Tocofobia ovvero la paura del parto. Ebbene, se, in prossimità del parto o al pensiero di una gravidanza, la donna viene assalita da un’ansia fortissima e ingestibile, al punto di avere un terrore immotivato per tutta la durata della gravidanza e induce spesso all’evitamento del parto (tÒkoj – tokos) ci troviamo in presenza di una fobia specifica, appunto la tocofobia (tÒkoj e φόβος, phóbos, “panico, paura”).

Nel corso della gravidanza si verificano molti cambiamenti, sia esterni che interni.Questi cambiamenti possono anche essere vissuti con angoscia e ansie profonde.

Infatti, nel corso dei 9 mesi, la donna deve gestire un cambiamento corporeo importante ma al contempo, pian piano, realizza che presto avrà un altro ruolo, forse più importante di tutti gli altri: quello materno. Questo ruolo è ambivalente perché è caratterizzato da un sentimento di gioia ma anche del timore per le nuove responsabilità che dovrà affrontare. In caso di conflitti irrisolti, tipicamente quelli infantili con i propri genitori (chi non li ha?), la donna potrebbe essere indotta a rivedere i modelli genitoriali appresi e che non sono sempre stati condivisi. Queste preoccupazioni generano, come dicevamo sopra indubbiamente ansia che, in casi estremi, possono assumere una dimensione patologica.

Ecco che la nascita di un figlio, che è sempre un’evento meraviglioso, sia per le neo mamme che per le altre, per alcune diventa un dramma. Dobbiamo infatti escludere le donne che soffrono di una particolare fobia. Queste donne non riescono a pensare all’evento con leggerezza, perché tolgono il sonno caratterizzato da sogni spesso angosciosi se non addirittura quasi sempre simili a incubi; poi durante il giorno le cose non vanno meglio, perché questi pensieri diventano persecutori.

Non è possibile vivere con serenità un periodo che per una donna, escludendo gli inevitabile disturbi fisici, dal punto di vista psicologico dovrebbero essere i migliori per ogni mamma. Chi vive l’imminenza del parto con questa serie di disagi psichici, quasi sicuramente soffre di una particolare fobia, ovvero le tocofobia.

La si menziona anche in merito al tema relativo al diritto della donna di scegliere il tipo di parto, che può essere: il taglio cesareo, oppure con anestesia epidurale oppure naturale.

In merito a questo ambito, esistono vari studi. Secondo alcune indagini, negli USA, muoiono circa 650 donne l’anno di parto o per complicazioni derivanti dal parto; in Gran Bretagna, invece, un sondaggio su 900 donne avrebbe evidenziato che ben il 35%, ovvero poco più di un terzo, evidenziavano che quella del parto, era l’ansia più grande e incontrollabile.

Come molti sanno, gli psichiatri hanno catalogato tutte le possibili patologie in un libro, il DSM ovvero il Manuale statistico e diagnostico delle malattie mentali; ebbene, in questo libro, la tocofobia non c’è, a dispetto del fatto che tutta la sintomatologia è chiara a tutti.

Studi e ricerche

Studio inglese della rivista online British Journal Psych c’è un articolo (di cui farò una sintesi) dal titolo Tokophobia: an unreasoning dread of childbirth (www.bjp.rcpsych.org/content/176/1/83).

Sono state scelte un gruppo di donne, indirizzate da ostetriche, psichiatre e baby sitters .

Tra le donne oggetto dell’indagine (26), 24 erano sposate, 24 di loro avevano fatto figli sempre con lo stesso compagno e avevano tutte più o meno la stessa età (circa 33).

Al di la delle modalità dello studio (a cui rimando alla rivista) proviamo a vederne i risultati.

Prima sorpresa ci viene dal fatto che sono state evidenziate due varianti della fobia: primaria e secondaria.

Primaria

Tutte, terrorizzate dalla gravidanza o dal parto, ma desiderose di maternità, hanno pianificato tutto. Quindi grande paura ma anche grande desiderio. Il taglio cesareo è stata la modalità maggiormente richiesta; 3 di loro hanno partorito naturalmente ma contro la loro volontà e in seguito hanno avuto una depressione post partum; 4 hanno partorito come desideravano; 2 sono rimaste traumatizzate e le altre hanno avuto problemi a legare con il figlio.

Secondaria

Se il parto è stato doloroso o traumatico abbiamo tutta una serie di ‘risvolti’ che ricadono sotto la variabile ‘secondaria’. Sono più a rischio le donne che hanno avuto un precedente parto negativo (travaglio lungo; taglio cesareo in emergenza; manovre ginecologiche invasive; etc); Ovviamente la casistica è molto più ampia, comprende infatti anche donne che hanno avuto un parto regolare ma che è stato vissuto molto male dalla donna e che in alcuni casi, porta ad un disturbo importante che prende il nome di D. post traumatico da stress la cui conseguenza è quella della depressione post partum.

Tornando ai dati dello studio, delle 26 donne, ben 14 di loro hanno sviluppato questa secondarietà.

Dieci di loro hanno subito operazioni come conseguenza di una sofferenza fetale; due di loro hanno avuto una lacerazione importante, 12 pensavano di morire oppure che a morire fosse stato il piccolo. Un’altra ha preferito abortire piuttosto che portare avanti la gravidanza. Però, nonostante tutto, alcune donne ci hanno riprovato, infatti 13 di loro sono rimaste nuovamente incinte; 8 di loro hanno pianificato un nuovo bimbo, una ha avuto una gravidanza extrauterina, 2 un aborto spontaneo (tutte e tre erano contente di aver perso il bimbo).

Sintomatologia

Quattro donne sono diventate tocofobe come conseguenza di una depressione prenatale.

Cinque donne hanno subito abusi sessuali infantili oppure stupri (cosa c’è di più traumatico?).

Due donne pensavano di non farcela, anche se volevano un figlio però hanno interrotto la gravidanza.

Il parto può avere come conseguenza un disturbo post traumatico e divenire quindi una causa per questa fobia.

La depressione invece può essere vista come conseguenza ma anche come causa. Famosa la depressione post partum legata al tipo di parto che l’equipe ha scelto per lei e ovviamente diversa da quella preferita e che ha generato molto dolore e traumi.

Una donna può diventare tocofoba, sempre secondo lo studio di cui sopra, in seguito a pratiche per una contraccezione efficace per loro (sterilizzazione) oppure per i loro partner. Dieci donne del campione, erano  in lista proprio per questo motivo.

Da questo (e altri) studio si evince che la fobia è una cosa molto seria e andrebbe gestita in modo opportuno e le strutture sanitarie dovrebbero occuparsene seriamente.

Secondo uno studio svedese del 2002, le donne con tocofobia tendono a preferire un parto con il taglio cesareo e i dolori del parto sono vissuti più intensamente delle altre partorienti.

IL necessario sostegno viene spesso negato sia dalle strutture sanitarie che dalle famiglie.

Dal punto di vista psicologico, è necessario ridurre l’ansia con una psicoterapia di tipo analitico (per scoprire le vere cause di questa fobia) e laddove necessario (se necessario) si può far ricorso anche ad una terapia di sostegno farmacologica.

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