ABUSI SESSUALI: QUANDO IL POTERE DA ALLA TESTA
Tutti abbiamo appreso dal tam tam mediatico di abusi e molestie del mondo dello spettacolo. Si urla e si strepita per lo scandalo ma sappiamo tutti che non è una novità. Queste cose sono sempre accadute e non solo ad Hollywood.
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Abbiamo anche ‘scoperto’, che questa modalità non avviene solo nel mondo dello spettacolo ma anche in quella della impresa, dei professionisti, della politica…; tutta gente stimatissima ma con il vizietto chiamato: “comportamenti sessuali predatori”.
Perché questo comportamento è molto comune tra le persone che ‘possono’? Il potere da alla testa?
Vediamo quali possono essere le possibili ragioni.
Dominanza sociale
Fattore molto importante che stabilisce una sorta di gerarchia di potere che si sviluppa o che si sono sviluppate quasi fosse una legge di natura, all’interno del contesto sociale. Quindi abbiamo dominanze del tipo: uomini sulle donne, ricchi vs i poveri, bianchi vs i neri, … Le persone ‘dominanti’ tendono a sentirsi superiori, si credono al di sopra ed agiscono di conseguenza. Le donne di condizione sociale più bassa, sono considerate ‘prede’ perché inferiori e più fragili e quindi facilmente manipolabili.. Nella loro mente c’è la malsana idea che queste donne, inferiori sul piano sociale, dovrebbero sentirsi lusingate delle loro attenzioni. Ecco che condiscono le loro avances (spesso brutali) con la promessa più o meno esplicitata di una possibile ascesa sociale.
Fare eccezione
Gli uomini che detengono qualsiasi forma di potere, tendono a pensare che tutto ciò che governa le persone(inferiori) non riguarda loro dal momento che non sono applicabili proprio perché, appartengono o pensano di appartenere alla classe superiore. Si fanno inoltre forte del loro potere e/o del loro denaro con la convinzione che tutto può essere acquistato, dal momento che è facile se non automatico cercare (e spesso raggiungere) un accordo con le loro vittime.
Sono un maschio
Alcune esperimenti hanno evidenziato che gli uomini che fanno carriera, tendono con il tempo a trattare in modo diverso i colleghi con cui in passato avevano un rapporto da pari. Con il tempo il principio di egualitarismo, cambia radicalmente tendendo ad assegnare a se stessi premi e incentivi. L’esperimento si è basato sull’analisi del testosterone, che in questi soggetti era superiore. L’esperimento ha dimostrato anche che le donne, contrariamente agli uomini, tendono ad avere un comportamento più etico.
Naturalmente non si può fare di tutta l’erba un fascio, dal momento che non tutti gli uomini di potere si comportano così, anzi svolgono il proprio ruolo con competenza, professionalità, senso di giustizia, umiltà.
In merito alla diade uomo di potere – subalterno deve sempre valere la regola che l’abuso sessuale va ipotizzato ogni qualvolta il primo ‘ci prova’ con l’altro.
Se un datore di lavoro ci ‘prova’ con una dipendente, la dipendente teme le eventuali conseguenze di un rifiuto; se invece la situazione è di parità, la donna si sente libera di rifiutare (o accettare) dal momento che percepisce di avere nulla da temere.
Ogni qualvolta ci troviamo in presenza di una evidente asimmetria, colui che ha maggior potere dovrebbe assumere un comportamento altamente etico. Insomma, ‘non ci dovrebbe provare’.
L’abuso invece è un crimine e quindi è al di fuori da questa discussione. La legge, in questi casi è abbastanza chiara: fare avances alle dipendenti, facendosi forza o abusando del proprio ruolo (superiorità gerarchica) è un reato. Le statistiche del resto parlano chiaro, il fenomeno (molestie sessuali) in ambito lavorativo, riguarderebbe il 40-60% in ambito lavorativo. Peccato che la legge non ci protegge dal disagio e dall’imbarazzo di chi deve vivere quotidianamente con questa situazione.
Ma reato o meno, è altamente disonorevole abusare della propria posizione perché tra l’altro si espone l’altro alla vergogna e alla paura (ad esempio di perdere il lavoro).