La dipendenza dal cellulare
L’Italia è stata il paese con il maggior incremento di telefonini nell’arco dei 10 anni successivi all’introduzione del telefono cellulare in Europa, avvenuta nel 1986.
Il telefonino viene usato quotidianamente al posto del telefono fisso, che di conseguenza viene usato sempre di meno. Più del 90% degli Italiani usa il cellulare per telefonare, dei quali oltre la metà per esigenze famigliari e circa il 30% per chiamare gli amici.
Le funzioni più usate sono la trasmissione e ricezione di piccoli messaggi di testo (SMS) e la rubrica telefonica (ISTAT, 2002).
Partendo da questi dati si può affermare che il telefonino, oltre a rendere più facile la comunicazione a distanza, ha sicuramente influenzato e provocato notevoli cambiamenti nelle abitudini di vita, nelle modalità di comunicazione e nei rapporti interpersonali ed entra in tutte le aree della nostra vita quotidiana. Il telefonino dà un senso di libertà, indipendenza e sicurezza, viene portato sempre con sé, viene usato ovunque e in qualunque momento, dà la possibilità di essere raggiungibili e di poter comunicare in ogni momento. Secondo Di Gregorio (2003)*, il telefono cellulare riveste almeno tre importanti funzioni psicologiche:
- regolare la distanza nelle relazioni (ci si protegge dai rischi di un impatto emotivo diretto, si gestisce l’ansia da separazione riducendo le barriere spazio-temporali);
- rappresentare un mezzo per gestire la solitudine e l’isolamento (il cellulare viene investito di significati affettivi che lo rendono un oggetto feticcio, il cui possesso provoca piacere e causa, al contempo, la dipendenza);
- rappresentare un mezzo per vivere e dominare la realtà.
Negli ultimi anni sono emersi nuovi modelli sociali e nuovi status legati al possesso del telefono cellulare. Possedere un telefonino di ultima generazione vuol dire essere “una persona alla moda”, integrata nella modernità, con un lavoro serio e contatti frequenti e importanti.
Ricevere ripetute chiamate e intrattenersi in molte conversazioni telefoniche, può testimoniare agli altri di avere tanti amici e contatti sociali e di essere richiesto e desiderato da tanta gente.
La dipendenza da telefonino esiste da poco tempo, anche perché il telefonino stesso è comparso soltanto poco più di quindici anni fà. Di Gregorio (2003) definisce la dipendenza da cellulare come «uno dei fenomeni che si autoalimentano da soli in funzione della propria abitudine quotidiana».
Si può parlare di “cellularomania” quando una persona manifesta alcuni dei seguenti atteggiamenti:
- – attribuisce grande importanza al telefonino;
- – non abbandona mai il telefonino neanche per un istante;
- – lo usa ogni giorno come strumento prioritario nella comunicazione con gli altri (all’incirca 300 contatti);
- – prova un estremo malessere se non è armata di un cellulare carico, sotto forma di stati emotivi spiacevoli, ansia e, in certi casi, persino crisi d’angoscia panica;
- – l’utilizzo del telefonino non è dettato dalle necessità, ma è alimentato da bisogni di ordine affettivo e relazionale;
- – usa il telefonino come un mediatore per entrare in rapporto con l’altro;
- – deve disporre del cellulare per tenere sotto controllo continuo la relazione sentimentale e verificare continuamente gli eventuali spostamenti;
– necessita di essere in contatto continuo con qualcuno;
– cerca alibi per giustificare il proprio comportamento come la comodità dello strumento o i motivi di sicurezza;
– ha un forte bisogno d’appartenenza, un desiderio di riconoscimento da parte del gruppo sociale;
– spesso soffre di una fobia sociale o di paura della propria solitudine (queste paure, di solito, sono negate e mascherate);
– prova tristezza, noia, rifiuto di approcci sessuali e mancanza di fame (anche se questi sono sintomi rari).
CONSEGUENZE DELLA DIPENDENZA DA TELEFONINO
Le persone dipendenti dal telefonino tendono a ritirarsi sempre di più dal rapporto con il mondo, trascorrendo molto tempo da soli, e per sopportare la solitudine (alla fine creata da loro stessi) si trovano ore e ore con il telefonino in mano.
Giocano, ad esempio, con i giochi interattivi o inviano a ripetizione degli SMS. Con questo comportamento corrono il rischio di disimparare a giocare e a trasmettere le loro emozioni in modo adeguato usando il linguaggio e la comunicazione verbale. Oltre a questo, se telefonano in continuazione a qualcuno e fanno uso del proprio pensiero soltanto a questo scopo, corrono anche il rischio di disimparare a usare la mente per immaginare l’altro e le cose del mondo.
Altre possibili conseguenze, che sono comuni a tutte le dipendenze da un comportamento, sono la perdita di interessi, come lo sport e altri passatempi che una volta davano soddisfazione, forti sbalzi d’umore, disturbi del sonno e dell’alimentazione, l’uso di farmaci e droghe, debiti dovuti all’uso estremo del telefonino, conflitti con le persone vicine (problemi di rapporto con il coniuge) e problemi al lavoro.
Una persona che soffre di una dipendenza da telefonino, e per questo alimenta un bisogno forzato di comunicazione continua, dovrebbe diminuirne gradualmente l’uso: lo dovrebbe tenere spento all’inizio solo poche ore al giorno, poi proseguire aumentando le ore fino a quando non raggiunge una certa tolleranza all’ansia dell’attesa.
Oltre a questo, si consiglia un programma terapeutico per approfondire i problemi che hanno causano la dipendenza e che probabilmente hanno favorito l’instaurarsi di questa problematica.
*Di Gregorio L. (2003), Psicopatologia del cellulare. Dipendenza e possesso del telefonino, Franco Angeli, Milano.