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Quando le persone che valgono non si stimano

la sindrome dell'impostore
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Sindrome dell’impostore – cosa è

La sindrome dell’impostore, descrive uno stato psicologico o modo di essere, che impedisce di percepire i propri successi. I risultati ottenuti, per questi soggetti, non sono il risultato di sacrifici o di studi approfonditi, ma attribuiti al caso oppure ad una serie fortuita di eventi.

Ci sono delle persone che, ad esempio, comprendono subito come risolvere i problemi e tendono a sminuirne il valore e di  conseguenza, tendono ad avere costantemente paura di venire smascherati.

Dirsi, all’indomani di un successo, ad esempio lavorativo oppure sportivo:

” … Se ci sono riuscito io, lo possono fare tutti. In fondo non sono così bravo come tutti pensano e prima o poi se ne accorgeranno e magari penseranno che li ho solo imbrogliati. Se ho avuto successo, è stato solo un evento fortunato…”

Ti è mai successo?

Chi ne soffre? chi ne soffre ha un timore molto strano: quello di pensare di non sapere abbastanza e che i complimenti e i giudizi positivi possano essere una forma di impostura. La sindrome dell’impostore, rappresenta tutti coloro che sono capaci, e che in quanto tali sicuramente  impostori non sono.

Chi è il vero sapiente? Socrate diceva che il vero sapiente è colui che sa di non sapere.

Quindi gli incompetenti veri, quelli che poi sono convinti di sapere tutto, di sicuro non soffrono della sindrome dell’impostore.

Quali sono le condizioni mentali di chi soffre di questa sindrome

Questa come dire, stranezza, è una definizione assolutamente non tecnica che pone in evidenza quei soggetti che si pongono in una condizione mentale tale che, a dispetto dei risultati (riconoscimenti, pubblicazioni, successo, etc), tendono a valutare il tutto come immeritevole, andando contro ogni oggettiva evidenza.

Due storie

Una studentessa dopo aver fatto un esame difficilissimo, superandolo cum laude, viene invita a scrivere una tesi di dottorato. Rifiuta perché noi si sente all’altezza, in altre parole si sente impreparata (la tesi sarebbe stata fatta sulla materia dell’esame appena superato brillantemente).

Un tecnico viene chiamato per aggiustare un supercomputer molto complesso e costosissimo. Dopo aver fatto qualche test, il tecnico prende un piccolo cacciavite, fa girare una piccola vite di un giro e mezzo e il computer riprende a funzionare (era fermo da una settimana). Alla richiesta di un pagamento di 1000€, il direttore esclama: ‘per solo pochi minuti di lavoro? 1000€ solo per stringere una piccola vite? Mi mandi una fattura dettagliata!.

Il giorno dopo arriva una fattura ove il dettaglio recita:

1€ per girare la vita

999€ per sapere quale vite avvitare.

Due modalità diverse dello stesso contesto: ci troviamo in presenza di due persone molto competenti che affrontano le cose nei modi descritti.

Chi è immune 

Nessuno o quasi. Colpisce tutti: professionisti, musicisti, scrittori, uomini d’affari, etc. Le donne, sembra, sono più numerose. Nessuno sembra totalmente immune, viviamo in un mondo molto competitivo e il sospetto che far bene le cose sia quasi irrilevante (se l’ho fatta io, chiunque può farlo).

Senso del dovere e senso critico

Il fatto di conseguire sempre nuovi brillanti risultati, e di conseguenza fare ulteriormente carriera, acquisire nuove conoscenze e riconoscimenti, non migliora lo stato delle cose e in alcuni casi ci si può sentire ancora più inadeguati.

E’ facile intuirne le cause: il soggetto ha sempre paure di non essere all’altezza (chi potrebbe veramente esserlo?); questa modalità colpisce maggiormente le persone portate all’autocritica e all’introspezione.

Altri invece rifiutano la visibilità, magari per timidezza. Altri ancora, pensano di poter sbagliare (giustamente) e magari si provano a confrontarsi con persone che non hanno nessun dubbio e che anzi sono convinte di essere sempre nel giusto.

Al polo opposto troviamo invece coloro che non hanno mai avuto nessun dubbio sulle proprie capacità e vivono sereni e tranquilli rasentando spesso l’arroganza. Verrebbe quindi da dire: beati coloro che sono oggettivamente incompetenti.

Come dicevamo altrove, gli incompetenti (coloro che non sanno) non sanno di non sapere, ignorano i propri limiti, proprio perchè sono per l’appunto incompetenti e quindi, in assenza di un reale senso critico, tendono a sovrastimarsi.

Questa è una situazione che potremmo definire speculare all’effetto Dunning-Kruger.

Il saggio sa benissimo che alla fin fine è uno stupido (perché sa di non sapere tante cose); mentre lo sciocco si crede saggio proprio perché è uno stupido.

Come convivere con la sindrome dell’impostore

Sappiate che è impossibile fare tutto sempre benissimo. E’ un obiettivo irrealizzabile. La cosa veramente importante è quella di fare tutto ciò che umanamente pensiate che vada fatto.

Se siete refrattari ai complimenti, invece di mettervi a disagio perché di fronte ad un complimento non sapete cosa dire, basterà dire semplicemente ‘Grazie’.

La vita è un continuo divenire, ci sono momenti top ed altri down. E’ una cosa naturale; gioiamo quando siamo al top, e ricordare che i momenti down passano.

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