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La ragazza con l’orecchino di perla

La ragazza con l'orecchino di perla
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La ragazza con l’orecchino di perla

Dall’8 febbraio al 25 maggio 2014, a Bologna, presso il palazzo Fava, arriva  il quadro della ragazza più famosa di Delft, Griet, meglio nota come la Ragazza dall’orecchino di perla,  uno dei quadri più famosi di Vermeer. Senza ombra di dubbio, Delft sarebbe stata sempre in ombra senza questi due personaggi.

Sorrideva, e quando sorrideva il suo viso era come una finestra spalancata.

 dal libro “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier

Questo quadro, questi personaggi, sono resi ancora più famosi grazie al bellissimo romanzo di Tracy Chevalier che ha ‘inventato’ una storia bellissima (che è anche diventato un film) ove Griet viene raffigurata come una ragazza con un innato senso artistico e una femminilità che toglie il fiato. Tracy ha descritto una ragazza che ha una via privilegiata verso l’inconscio collettivo, una fanciulla che è molto più di ciò che sembra (forse una proiezione della stessa Tracy?); Griet, nell’immaginario collettivo appartiene ad un tempo mitico, ed è uno di quei personaggi sconosciuti tra i più famosi del mondo ove la ‘bellezza’ esercita il suo fascino misterioso e pieno di quella grazia indefinibile.

Piano piano presi gusto nel macinare quanto lui portava dalla spezieria – ossa, carbonato di piombo, robbia, massicotto – e riuscivo ad ottonere colori luminosi e puri. Imparai che quanto più finemente macinavo il materiale, tanto più intensi diventavano i colori…
Arrivare a creare questo e altri colori era come una magia.

Dal libro “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier

La storia narrata nel romanzo ci descrive la cittadina del ‘600 (a pochi chilometri  da Den Haag  – L’Aia), famosa per la produzione di maioliche artistiche e la storia dei due personaggi.

Il romanzo inizia mostrandoci Griet mentre in cucina sta tagliando alcune verdure che vengono disposte in cerchio e secondo uno schema  che tiene conto dei colori. Il padre (un decoratore di piastrelle) sta parlando con degli sconosciuti, Jan e Catharina, i coniugi Vermeer.

Una visita insolita anche perché le differenze sociali sono notevoli: i ricchi Vermeer in casa di un modesto decoratore, divenuto ancor più povero per aver perso il lavoro perché divenuto cieco a seguito di un infortunio avvenuto nella fabbrica dove decorava le mattonelle.

L’esito dell’incontro porta Griet a lasciare la casa paterna per andare a lavorare in quella dei Vermeer. Il suo compito sarà quello di pulire lo studio dell’artista.

Dovrà pulire lo studio senza cambiare e spostare nulla, li nessuno può entrare, neanche la moglie. Sia la moglie che Tanneke (che è fantesca nella casa da molti anni) reagiscono con molta invidia perché a nessuna di loro è permesso l’accesso allo studio e di conseguenza alle attività creative dell’artista.

 … I suoi occhi si agganciarono ai miei. Non riuscivo a pensare a nulla se non che il loro colore grigio era identico all’interno di una conchiglia di ostrica. Sembrava che stesse aspettando qualcosa. Il viso incominciò a contrarmisi dalla paura, forse non gli stavo dando quello che desiderava.

     Dal libro “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier

 Tra Griet e Jan si crea una profonda complicità e reciproca comprensione che si conclude con la creazione del quadro (dovuto anche ad una forzatura che il pittore non è riuscito a controllare da parte di un personaggio famoso della città che voleva il quadro per se).

Griet viene descritta come una fanciulla in tensione tra due opposti: l’adorazione per il pittore, necessariamente proibita e inconfessabile  e la consapevolezza delle  sue umili origini.

La storia si focalizza  sulla cosciente intimità silenziosa dei pensieri e fantasie che Griet vive in presenza del grande artista, ma anche sulla meno cosciente profonda sensualità nel rapporto tra serva e padrone, che a volte lascia trasparire in modo sublime e subliminale l’ipotesi di un altro rapporto, quello tra amante e amato e che poi si concretizza in quella tra modella e artista.

Una sotterranea dinamica ove le emozioni sembrano a volte ambigue e sicuramente pericolose,  che provocano tensioni interiori. Ma questo desiderio è per l’artista, l’uomo o per l’arte di cui come dicevamo sopra, Griet ne è pervasa? E cosa accade in Vermeer? 

    Un quadro in una chiesa è come una candela in una stanza buia, serve a vedere meglio. È il ponte tra noi e Dio. Ma non è una candela protestante o cattolica. È una candela e basta.

    dal libro “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier

 

Lui non si espone mai e non si chiarisce mai se il suo interesse va verso la ragazza oppure verso il quadro. Cosa desidera il pittore? La perfezione che ricerca in ogni suo quadro o la tentazione verso qualcosa di più terreno? 

Nessuno di questi dubbi, nel romanzo, trovano soluzione. L’unica soluzione è quella che il libro espone, ed è una soluzione tipicamente declinata al  femminile, tutto rimane sospeso.

Il quadro, di cui Griet è modella, rimane fermo per molto tempo perché ‘manca qualcosa’.  Un qualcosa che Griet aveva intuito e che si risolve solo quando anche Vermeer comprende cosa manca. Mancava una luce, risolta con l’orecchino. Il pittore invita la ragazza ad indossarli anche se sono della moglie. Griet allora si fora i lobi, 

 

soffrendo molto ma lo fa anche con molta decisione e determinazione per ossequio e forse altro verso il pittore. Una volta che la moglie scopre il fatto, Griet viene allontanata dalla casa.

Dopo la morte del pittore, viene convocata in casa dalla moglie del pittore che le consegna gli orecchini perché questo era il desiderio del pittore.  

Griet&Gioconda

Ho ben poco a cui pensare adesso, esclusi i ricordi.

dal libro “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier   


La storia è frutto della fantasia della scrittrice e descrive una fanciulla che scopre i tormenti  di un amore ideale che, in quanto tale, è irraggiungibile, ma non per questo non vissuto interiormente. Griet decide di viverlo, tenendo ben in mente il principio con cui misurarsi costantemente, quello della realtà.

La mostra, avviene grazie alla chiusura del museo  (il Mauritshuis a L’Aia in Olanda) ove queste opere sono raccolte,  per restauri e  ampliamenti.   

Questo quadro, La ragazza con l’orecchino di perla di Johannes Vermeer viene da molti (ma forse da tutti) riconosciuto come secondo solo alla Gioconda.

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