L’incanto della montagna
Studi recenti in merito al fare trekking, da soli o in gruppo, hanno definitivamente confermato, che produce benefici sia sul piano fisico che psicologico.
Infatti, gli studi dimostrano, che le passeggiate in montagna, riducono lo stress di tutti (dalla massaia al manager) e producono significativi miglioramenti psicologici, dal momento che riducono in modo tangibile il livello della depressione.
Lo studio nello specifico
La rivista Ecopsychology ha pubblicato uno studio condotto dai ricercatori delle università: De Montfort University, l’University of Michigan e l’Edge Hill University (EHU), coordinati dalla d.ssa Melissa R. Marselle della EHU.
Lo studio ha preso in considerazione 1991 partecipanti di un programma “Walking for Health”, che coinvolge più di 70.000 escursionisti l’anno (il numero delle escursioni, circa 3000 a settimana, ha permesso l’analisi di una enorme mole di dati).
Le escursioni fatte all’aperto e in compagnia, si son dimostrate utilissime, in particolare alle persone che hanno subito degli stress emotivi importanti (divorzi, malattie, la morte di una persona cara, la disoccupazione, la depressione, …)
Le persone dichiarano di sentirsi molto bene dopo una passeggiata, che tra l’altro, costa poco, non comporta rischi, ed è percepita come forma accessibile a tutti coloro che vogliono o debbono fare esercizi fisici.
Lo studio rileva che tali attività, fatte in gruppo ed a contatto con la natura, è il miglior scacciastress, unica nota negativa, questa risorsa viene sottoutilizzata.
Rappresenterebbe anche, dati alla mano, un sistema non farmacologico per curare la depressione.
Quante persone soffrono di ansia, attacchi di panico, sono insoddisfatte, nervose, incerte, indecise, oppure addirittura depresse. Tutti questi disagi vengono spesso e sbrigativamente, per velocizzare il processo di guarigione, risolte facendo ricorso ai farmaci.
Ma è la soluzione ideale? No!
L’aumento dei problemi psicologici (salute mentale) e la diminuzione dell’attività fisica (a livello globale, o almeno nel mondo maggiormente sviluppato), richiede l’individuazione di nuovi modelli più accessibile ai più, con lo scopo di ridurre lo stress e migliorare la qualità della vita, possibilmente nel lungo tempo e in modo stabile.
Lo studio ha dimostrato che le escursioni di gruppo in ambienti naturali (montagne, boschi, etc), possono contribuire al miglioramento della salute pubblica e nello specifico, aiutare le persone nel ridurre lo stress
La dinamica delle escursioni in montagna
Chi va in montagna lo sa, l’obiettivo è salire in vetta. Per salire in vetta bisogna a volte scalare, ma di certo, raggiungere la cima è il fine ultimo della escursione.
Attenzione però, la montagna non va sfidata, ma rispettata. Se senti di non farcela, fermati e ritenta quando sarai più allenato.
Il simbolismo della salita in vetta
Il salire in vetta evoca appunto la salita, la sfida, il raggiungimento degli obiettivi, il successo, andare, in definitiva verso l’alto. Quante volte diciamo a chi ha avuto successo: ‘sei salito veramente in alto’.
La montagna non si lascia sedurre facilmente, per raggiungere la sua vetta, occorre determinazione, costanza, allenamento e chi l’affronta, lo fa sapendo (perché pronto) di farcela. Una volta arrivato in cima diciamo: ’ce l’ho fatta’.
Questa è la premessa metaforica, dal momento che simbolicamente il ‘farcela’ si traspone dalla montagna alla vita di tutti i giorni. In questi termini, la montagna è anche curativa, dal momento che promuove il benessere, e la salute raggiunta, può essere intesa anche come assenza di malattia.
In questa accezione, la montagna e tutte le attività che si possono svolgere, hanno una funzione terapeutica dal momento che possono prevenire e curare problemi come i disturbi psichiatrici, fisici psicologici, emotivi, …
Ovviamente non sono sostitutive delle eventuali cure psicologiche o psichiatriche ma possono essere considerate come una importante forma di integrazione.
Attività integrate psicoterapia/montagna
I gruppi devono essere formati da un max di 10 partecipanti e devono essere organizzati per il raggiungimento di obiettivi fisici e psicologici.
Gli obbiettivi presuppongono l’integrazione di aspetti fisici, psicologici e sociologici a cui si affiancano gli aspetti tecnici e le indispensabili conoscenze dell’ambiente cui si va operare, quindi flora, fauna, territorio, clima, camminate, arrampicate, trekking e tutte quelle tipiche discipline necessarie per approcciare in modo sano e sicuro la montagna
Gli effetti curativi della montagna sullo stress
Chi è andato in montagna, nei boschi, in aperta campagna, conosce molto bene la differenza con un ambiente avverso come quello cittadino (smog, traffico, parcheggio, inquinamento acustico, orari da rispettare, stress, scadenze, pasti fatti di corsa e in piedi, le relazioni , gli spostamenti, …).
In tutto questo stress, c’è il problema delle soglie … si abbassano tutte.
Per un nonnulla ci irritiamo, in questo ambiente avverso le nostre cellule si ammalano e l’unica cura sono le medicine.
Assistiamo al paradosso, ovvero, che se in tutto questo contesto, riusciamo ad essere più bravi a sopportare, allora veniamo valutati più meritevoli e più adeguati.
Tornando allo studio, i ricercatori invece sostengono che dovremmo imparare a togliere e non aggiungere. Dobbiamo imparare a de-saturarci e per far ciò occorre rigenerarci.
Se le nostre cellule si ammalano perché vivono in un ambiente avverso, proviamo a spostarle in un ambiente sano e (forse) senza medicine, guariranno.
Le montagne si stanno riempendo sempre più di escursionisti. Le città si svuotano (si fa per dire) e tutti si trasferiscono sui luoghi montani.
Le montagne rappresentano le oasi ove rifugiarsi per ottenere proprio quella de-saturazione di cui parlavamo sopra.
La montagna ci rigenera anche dal punto di vista uditivo (il silenzio, il rumore del vento, dell’acqua che scorre in un ruscello, gli uccelli, i grilli, …), visivo (i colori degli alberi diversi in ogni stagione, la luce del sole che filtra tra le nubi e tra gli alberi, …).
A tutto ciò va aggiunta l’importanza per la salute del movimento e del camminare.
Lo afferma anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) mettendo l’attività fisica al primo posto per la prevenzione di tante malattie.
La montagna favorisce le dinamiche relazionali
Come abbiamo descritto sopra, per sfruttare appieno i benefici della montagna si costituiscono dei gruppi che, in quanto tale esaltano il senso di appartenenza. Condividendo le esperienze (camminare insieme, dormire nei rifugi, … ) aiuta ad apprezzare lo stare insieme e ad annullare la diversità.
In montagna, non ci sono differenze, siamo tutti uguali e tutti si aiutano perché si condivide la fatica, la fame, il freddo, la seta, la pioggia, il vento, …
Le difficoltà che si affrontano insieme, permettono di confrontare le proprie possibilità e i propri limiti.