Importanza delle favole per grandi e piccini
Le fiabe, che da sempre hanno accompagnato l’uomo nell’avventura e nel dramma della vita, rappresentano un prodotto della cultura umana che si colloca al di fuori del tempo e dello spazio.
Esse contengono esperienze a cui tutte le generazioni aggiungono attraverso le loro testimonianza, qualcosa di estremamente prezioso per arricchirle. Si ritiene che le prime fiabe venissero raccontate e tramandate oralmente a partire da quando gli uomini, in tempi ormai remoti, si riunivano intorno al fuoco, per raccontare, al resto della tribù, le vicende della giornata.
La fiaba e il mito
Le fiabe narrate e tramandate oralmente sono strettamente intrecciate con i miti, che hanno da sempre aiutato l’uomo a dare un senso al proprio essere nel mondo, al suo rapporto con la natura ed ai fenomeni naturali non controllabili (si pensi al fulmine) e per lui inspiegabili, oltre a supportarlo in momenti di sconforto e di paura ed a permettergli di condividere con i propri simili, un senso morale che potesse guidare la propria condotta in un contesto familiare e sociale.
A cosa servono le fiabe
Ma allora, vien da chiedersi, perché le fiabe sono così utili all’uomo (non a caso sono sempre esistite)? Perché esse aiutano l’uomo a tradurre in immagini visive, gli stati interiori ed a trasmettere in modo immediato, ad un livello di realtà accettabile, significati originariamente nascosti alla coscienza.
Le fiabe ci aiutano infatti ad elaborare l’inconscio, perché esse ci permettono di entrare in contatto con contenuti del nostro inconscio individuale e con archetipi appartenenti all’inconscio collettivo facilitando, nel corso del nostro sviluppo, i necessari processi di integrazione tra gli stessi ed i loro significati. Come? Aprendo un dialogo tra coscienza ed inconscio, soprattutto là dove questo dialogo appare più difficile, come in età evolutiva, in momenti di regressione, legati a stati di malattie o grave tensione o, ancora, di difficoltà legate alla comunicazione. Le fiabe sono molto amate dai bambini e soprattutto, sono molto utili durante l’infanzia.
Essa contiene infatti elementi “magici”, collocandosi al di fuori dello spazio e del tempo contestuale ed offre mille possibilità di risolvere problemi essenziali della vita, indicando una “via”, un processo che deve attivarsi poi nell’individuo per poter vincere le sfide della propria esistenza. Il fine dell’eroe della fiaba, sempre presente, non è la vittoria, ma il coraggio di procedere, nel conquistare la meta desiderata e nell’affrontare tutte le battaglie ed i pericoli che incontrerà sulla sua strada per raggiungere tale meta, spesso rappresentata, come nei miti, dalla liberazione e dal matrimonio con una principessa, metafora dell’incontro con la propria anima e con i propri talenti, da sviluppare nella vita.
L’eroe infatti, nella fiaba, rappresenta colui che affronta molti pericoli per raggiungere la propria meta; metafora di un uomo che affronta in realtà le proprie paure interiori, i propri mostri interni, con coraggio fino ad integrarne il senso nella propria coscienza, per arricchire anziché farsene distruggere, la propria anima. La fiaba, essendo piena di magia, ben si sposa con il pensiero magico ed animistico del bambino nei primi anni di vita, rendendogli comprensibile ciò che nella realtà esterna per lui non lo è.
La fiaba e l’inconscio
La fiaba è “vera” perché parla di una storia di persone vere, ben raffigurabili nella mente ma è, allo stesso tempo, finta perché ha una precisa trama, con un inizio, un percorso, una fine ed una morale. La fiaba permette di incontrare il proprio inconscio, senza esserne sopraffatti. Dobbiamo considerare che la mente dei nostri bambini è molto attiva; i piccoli si ritrovano nel mondo e in una determinata famiglia ma non sanno il perché e fin da piccolissimi sono attraversati da travolgenti sensazioni, spesso sgradevoli per la loro intensità e che possono raggiungere uno stato marasmatico in quanto non adeguatamente pensabili e quindi, “contenibili”, da comportamenti che possono metterli in difficoltà e da molti conflitti.
I nostri bambini, di fronte a ciò, non sono però passivi, la loro mente è piena di interrogativi. In tal senso possiamo considerarli come dei piccoli filosofi, che cercano di capire e di dare un senso agli avvenimenti della vita e di trovare per i loro problemi, le loro prime importanti soluzioni. Cercano, così come gli adulti, risposte ai problemi legati alla esistenza umana e si pongono domande importanti, magari formulate in modo meno preciso ma dello stesso significato di quelle di un filosofo adulto, del tipo:
“Chi sono io? Cosa devo fare davanti ai grandi problemi della vita? Cosa devo o non devo fare, per trovare una soluzione al mio problema?”
In questo contesto, interviene la fiaba che non solo intrattiene piacevolmente il bambino ma, attraverso la storia narrata, lo mette di fronte ai principali problemi dell’essere umano, quali il bisogno di essere amato, il timore della propria inadeguatezza, l’ansia da separazione, l’angoscia della morte, che è poi l’angoscia primaria dell’uomo di tutti i tempi, da quando cioè, egli ha acquisito autocoscienza.
Nella fiaba viene esemplificato il bene ed il male in determinati personaggi tra loro ben distinti.
Gli aspetti educativi delle fiabe
Nella fiaba non c’è infatti ambivalenza, bene e male sono due valori diversi, con destini diversi ed è il bene a vincere. Il male nella fiaba è seducente ma non vince mai. Una importante dimensione della fiaba è la non negazione del “male” e dell’ombra. Spesso queste parti vengono fissate in maniera molto forte ed incarnate dai personaggi della storia fiabesca in modo da insegnare al bambino che il bene e il male, sono due dimensioni della vita e che non si può prendere il bene senza necessariamente venire a contatto e confrontarsi con il male.
Ma soprattutto, le fiabe insegnano che il bene e il male, sono due qualità presenti in ogni essere umano e che, proprio queste due qualità, sono il filo conduttore e la causa della maggior parte delle sfide e delle lotte che nella fiaba si susseguono, come modello comprensibile della vita reale.
Attraverso la fiaba il bambino incontra, in modo protetto (si può in ogni momento tornare alla realtà contingente), la seduzione del male rappresentato sempre da personaggi con un grande potere, ma si tratta in questi casi, di un potere utilizzato in modo subdolo. Personaggi che nelle fiabe sono il mago cattivo, la strega o l’orco oppure il serpente, ad es. o il drago. Spesso nel mezzo della trama di un fiaba, ritroviamo personaggi come questi, che con l’inganno, usurpano il posto che spetta all’eroe (che può essere un principe ad es.) il quale poi combattendo, lo riconquisterà. L’eroe conquista il posto che gli spetta nella vita, sconfiggendo il male ovvero i cattivi.
La morale insita nelle fiabe
La morale della fiaba è quindi duplice: non solo il male può sedurre ma in realtà esso non paga perché viene spazzato via dal bene ed il cattivo che lo personifica è alla fine sempre un perdente. L’eroe invece, non è tale perché è un vincitore, ma perché la sua vita è alla lunga migliore, più piena ed attraente del suo antagonista, il personaggio che rappresenta il male. Questa morale è molto importante per il bambino perché gli permette di identificarsi con il bene, cioè con il coraggio dell’eroe e con la sua capacità di lottare.
Entrare in contatto con questo significato profondo della fiaba può essere molto utile anche a chi attraversa per motivi diversi, periodi di grande difficoltà personale per problemi di salute fisica o/e psichica, sia per aiutare ad affrontare le proprie paure, identificandosi con l’eroe della fiaba che combatte con mostri, nemici ed eventi naturali pericolosi, sconfiggendoli e superandoli, per favorire in tal modo, una maggiore speranza e fiducia in se stessi e nelle proprie risorse, potenziando il processo di guarigione.
Importanza delle fiabe per gli adulti
Per questo le fiabe sono importanti anche per gli adulti: perché consentono di recuperare significati ancora non ben compresi; perché creano, attraverso le trame cui ci fanno immergere, situazioni di paura e di inadeguatezza, di mancanza di autostima e di solitudine. Le fiabe quindi, attraverso i processi di identificazione, favoriscono la risoluzione di conflitti e l’elaborazione di fantasmi interiori. Ci narrano delle storie ove qualcuno, al nostro posto, incontra molte difficoltà uguali (comunque metaforicamente ce le evocano) alle nostre ed al posto nostro, riesce a trovare la soluzione. E’ così che esse possono anche favorire profonde intuizioni e aprono, con lo stesso incanto infantile, un territorio onirico vigile, non frammentato dalle stesse censure presenti nei sogni, vogliono ricordarci che la vita è più semplice di come spesso immaginiamo, non tanto perché essa lo sia realmente nel suo complesso ma perché in realtà ci aiutano a credere che al nostro interno, noi possediamo tutte le risorse e gli strumenti che ci servono per affrontarla, soprattutto quando, come è inevitabile che accada, attraversiamo le difficoltà che la caratterizzano.
Crescere è comprensibilmente un compito non semplice ed è un processo sempre in atto; crescere è anche un compito che richiede molto impegno e tante risorse. Le fiabe, in tali condizioni, ci insegnano a non cadere mai nella disperazione, ricordandoci che ci sono sempre nuove opportunità e risorse impreviste, pronte ad entrare in gioco proprio nei momenti in cui l’eroe della storia e quindi, l’eroe che è dentro di noi, è sul punto di sentirsi sconfitto.
Come già detto, è proprio questa filosofia della fiaba che permette di sviluppare la fiducia nelle proprie risorse e che lascia nel lettore o nell’ascoltatore di qualsiasi età, la certezza che la vita è bella o che pur dopo tanti problemi, essa può diventarlo, grazie al fato che, come nella trama di una fiaba, la vita ci riserva sempre delle opportunità.
La morale della fiaba è quindi che in ogni situazione è sempre possibile riuscire e realizzare un cambiamento desiderato e necessario.
A cura della d.ssa E. Lazzari