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La bellezza salverà il mondo

La bellezza salverà il mondo
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La bellezza salverà il mondo

La letteratura mondiale è piena di frasi che in un modo o nell’altro sono diventate celebri e spesso vengono usate in contesti diverse da quello che le ha generate.

Alcuni esempi

Essere o non essere …..(Amleto)

Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre (Otello)

Il resto è silenzio ….(Amleto)

Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde (Baricco)

La matematica è l’alfabeto col quale Dio ha scritto l’universo. (Galileo Galilei)

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

Ci sono più cose tra terra e cielo, caro Orazio, che non conosce la tua filosofia (Amleto)

Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del Metrò. – Marilyn Monroe

C’è tutta una vita in un’ora d’amore.( Honoré de Balzac)

Non c’è strada che porti alla felicità: la felicità è la strada. (Buddha)

cogito ergo sum (Cartesio)

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere! Perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere. (Socrate)

Etc … però vorrei concludere con altre due frasi …

Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?”  F. Dostoevskij  e, dello stesso autore:

“La bellezza salverà il mondo”

La bellezza, appunto. In questo breve articolo vorrei approfondire questo tema.

Questa è una di quelle frasi che, al pari (più o meno) di quelle precedenti sono universalmente note.

Nel romanzo di Dostoevskij L’idiota (1868-69), il giovane ateo Ippolit, malato di tisi e ormai prossimo  alla morte, viene ospitato e assistito dal principe Lev Nikolàevi  Myškin. Un giorno, mentre erano in compagnia anche di altri amici, Ippolit gli chiede conto di una sua affermazione, giudicata un po’ audace:

È vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la «bellezza»? Signori, – gridò forte a tutti, – il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza. E io affermo che questi giocosi pensieri gli vengono in mente perché è innamorato. Signori, il principe è innamorato; poco fa, appena è entrato, me ne sono convinto. Non arrossite, principe, se no mi farete pena. Quale bellezza salverà il mondo? Me l’ha riferito Kolja… Voi siete un cristiano zelante? Kolja dice che vi qualificate cristiano.

Il principe lo considerava attentamente e non gli rispose”

Ma,   cosa intendeva far dire al suo principe idiota? Di quale bellezza si sta parlando? In che senso “salverà” il mondo?

Ma il principe, l’idiota, non risponde.

Ognuno ha detto la sua sia di questa frase che dell’opera intera (la critica letteraria ne è piena). Ci basti ricordare cosa scrive  Dostoevskij a sua nipote per il tramite di una lettera. In questa lettera l’autore confessa di voler descrivere un uomo assolutamente buono.

Quindi lui voleva descrivere un essere assolutamente pio che si tuffa nel mondo cercando di redimerlo con la sua sola bontà. Al mondo esiste un solo essere assolutamente bello, il Cristo, ma l’apparizione di questo essere immensamente, infinitamente bello, è di certo un infinito miracolo“. Il principe Miškin è il tentativo di rappresentare quest’ideale di assoluta bontà e bellezza morale. Miškin, l’idiota,  è la purezza senza alcuna macchia: cosa accadrebbe se Cristo vivesse sulla terra ai giorni nostri? Come potrebbe mai redimerla? Ovvero: in quale modo, tecnicamente, la Bellezza salva il mondo?

Ecco, l’Idiota è la risposta di Dostoevskij a queste domande.

Ovviamente chi è interessato, può approfondire il concetto, molto più complesso e variegato di quanto ho citato sopra.

Proviamo invece ad approfondire la cosa da un altro punto di vista. Poniamoci una domanda:

Il mondo ha bisogno della bellezza?

Proviamo a rispondere dicendo che si, il mondo ha bisogno di essere salvato ma  ha bisogno anche di bellezza che poi altro non è che un bisogno spesso nascosto e tutt’altro che evidente, che  il mondo non potrebbe farne a meno.

Certo è giusto domandarsi: a cosa serve la bellezza, cosa produce? A cosa serve un bel quadro, un bel libro, un bel concerto, una bella passeggiata a cavallo, magari al tramonto oppure in una notte di luna piena, oppure tutte le cose (oggetti, macchine, barche, etc) create dall’uomo?

Ma è questa la bellezza che salva il mondo?

Inoltre non è vero, forse, che tutto ciò che è bello,  rischia di venire dimenticato o ignorato anche perché i nostri sensi, di fatto, sono continuamente bombardati da mille stimolazioni, incessanti, talvolta assordanti.

Immaginiamo di avere il quadro della Gioconda in casa nostra. Cosa ci sarebbe di più bello ed esaltante? Però dopo un pò, non accadrebbe forse, di passargli accanto e ignorarlo?

Freud in Il disagio della civiltà dice che :“l’utilità della bellezza non è evidente, che sia necessaria alla civiltà non risulta a prima vista, eppure la civiltà non potrebbe farne a meno”. Più oltre Freud ricorda che l’estetica (come scienza dell’espressione e linguistica generale) studia le condizioni per cui il bello è sentito come tale, ma non è stata in grado di fornire alcuna spiegazione circa la natura e l’origine della bellezza.

Ma anche che “… purtroppo anche la psicoanalisi ha assai poco da dire sulla bellezza”.

Ma Hillmann (in Politica della bellezza) sembra porvi rimedio sostenendo che ragioni estetiche profonde, suggeriscono che  l’anima ha la necessità di bellezza. “ … Il bisogno che ha la psiche di bellezza è fondamentale. (…) Quando il soddisfacimento di quel pressante bisogno di bellezza viene situato nella natura, e la natura è minacciata di distruzione, l’essere umano avverte una perdita d’anima” . La bellezza, infatti, è essenziale per il cammino di ogni essere umano, nella sua costante (anche se a volte inconsapevole) ricerca di senso e di significato.

Per non  degradare  la bellezza  a effimero oggetto di consumo, sarebbe molto utile l’incontro autentico che la bellezza mette sempre sul nostro cammino. Tale incontro provoca una ricerca di senso, sollecita delle domande, parla di ciò che cerchiamo e desideriamo.

Forse proprio ponendoci da questo punto di vista possiamo riconoscere che senza la bellezza

l’anima si perde.

Dice ancora Hillmann: ‘….Niente colpisce l’anima, niente le dà tanto entusiasmo, quanto i momenti di bellezza: nella natura, in un volto, un canto, una rappresentazione, o un sogno. E sentiamo che questi momenti sono terapeutici nel senso più vero: ci rendono consapevoli dell’anima e ci portano a prenderci cura del suo valore. Siamo stati toccati dalla bellezza. Eppure la terapia non parla mai di questo fatto nelle sue teorie, e l’aspetto estetico non ha alcun ruolo nella pratica terapeutica, nella teoria evolutiva, nella traslazione, nei concetti di trattamento riuscito o fallito e nella fine della terapia. Abbiamo forse paura del suo potere?”

Conclusioni in merito alla terapia

Nella terapia va dato ampio spazio alla bellezza, perché altrimenti l’anima non può realizzarsi nella sua essenza.

Quindi una compiuta psicologia del profondo, capace di esprimere la natura di Psiche, deve essere anche un’estetica del profondo e, infine, se vogliamo recuperare l’anima perduta, che poi è il fine principale di ogni psicologia del profondo, di ogni psicoanalista e di ogni terapia, dobbiamo ritrovare le nostre reazioni estetiche perdute, il nostro senso della bellezza.

 

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