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Soffri della sindrome di Procuste
Le persone invidiose; come accorgerci che la nostra non è sana invidia ma la sindrome di Procuste oppure che qualcuno a noi vicina ne soffre?
Sei invidioso dei fantastici risultati di un tuo collega e stai facendo di tutto per screditarlo?
Questo articolo sulla sindrome di Procuste potrebbe esserti utile.
Cosa è la sindrome di Procuste
Le persone invidiose disprezzano le persone di successo?
Il disprezzo è una emozione negativa, anche se viene orientato verso persone che ci hanno traditi, che ci hanno fatto del male, danneggiati, o che più semplicemente ci hanno deluso.
Il disprezzo in ogni caso è un’emozione negativa, che ci intossica e a cui dovremmo elaborare una risposta emotiva diversa, più leggera.
Ebbene, queste cose accadono, ma il livello di patologia è minimo
Ma, ed è questo il senso di questo articolo, se l’altro non ha fatto nulla di ciò che ho menzionato sopra ma semplicemente è solo una persona di successo e che quindi, in virtù della nostra invidia ci viene spontaneo provare disprezzo?
Disprezzare il successo altrui ovvero essere invidiosi di chi, meglio di noi ha saputo sfruttare al meglio le circostanze positive e, in assenza, ha saputo costruirle.
Ecco, in questo caso, ci troviamo di fronte ad un sintomo più profondo, tutte le volte ove il confronto avviene, in modo malevolo con chi emerge più di noi.
Questo nostro atteggiamento ha un nome, o meglio è una sindrome, nota come la sindrome di Procuste. |
E’ una patologia dannosa anche abbastanza grave, sia per chi ne soffre sia per l’entourage privato che professionale.
L’invidioso, con questa sindrome e quindi nel tratto patologico, non solo disprezza ma pone in essere azioni tali da ostacolare e boicottare colui che ha il solo torto di essere una persona di successo.
Siano questi parenti, amici o colleghi, chi ne soffre prova rabbia e dispiacere anche estremi, verso il successo degli altri.
Queste persone si accaniscono con tutti coloro di cui si percepisce talento e capacità.
Va da se che quando ci troviamo in presenza di reazioni così ingiustificate, abbiamo a che fare con soggetti con una bassa autostima, e che si sentono profondamente frustrate.
Mettono in atto comportamenti competitivi negativi per mettere in cattiva luce l’altro, al solo scopo di trovare un parziale sollievo.
Questo è un confronto che assume la connotazione di ossessività e che lascia il soggetto affranto, sconfitto, frustrato, sminuito, …
C’è un mito che lo descrive ponendo questa caratteristica vecchia come il mondo, che in altri termine vorrebbe dire che l’uomo ne ha sempre sofferto.
Ricordiamo che i miti raccontano la storia degli esseri umani.
Il letto di Procuste
Procuste era brigante greco il cui vero nome era Damaste. Il suo campo di azione era sulla strada che univa Atene a Megara. Aggrediva i viandanti, li metteva su un letto e se erano troppo alti li amputava, se troppo piccoli li stirava, al solo scopo di farli aderire alla lunghezza del letto.
Attualmente questo personaggio appartenente alla mitologia, viene associato a chi ricorre ad ogni mezzo pur di evitare che altri possano diventare una minaccia. In altre parole, invece di migliorare le proprie capacità, tendono a demolire e limitarne quella degli altri.
Chi ne soffre, vive in un mondo sconnesso dalla realtà, la distorce e in virtù di tale distorsione, emette giudizi e quindi sentenze prive di ogni razionalità.
Raramente nega il confronto ma l’esito di tale confronto lo porta inevitabilmente a considerare tutti gli altri mediocri.
Chi soffre di tale sindrome, alla fine svilupperà profondi disagi emotivi dal momento che il suo comportamento è disattivo.
La Sindrome di Procuste è un’autocondanna alla mediocrità
La persona invidiosa, ovvero chi soffre della sindrome di Procuste non vive nel mondo ma in quello che ha creato con la propria mente, un luogo, parallelo al reale, che lo allontana dalla realtà.
Trasformarsi in Damaste, equivale a condannarsi ad essere esattamente ciò che invece si vorrebbe evitare ovvero la mediocrità. Cercare in tutti i modo di far cadere gli altri, in luogo di migliorare se stessi, equivale a sperperare le energie e rimanere mediocri.
Come riconoscere chi soffre della sindrome di Procuste
Come dicevo sopra, il disprezzo in sé diviene negativo e patologico, solo quando è caratterizzato da avversione, ostilità, odio profondo, … tutte situazioni in cui l’io della persona regredisce ingiustificatamente a livelli più bassi della personalità.
I soggetti che ne soffrono sono portati a pensare che ciò che hanno gli altri, in realtà è stato tolto a loro.
Da questa prospettiva, ovviamente palesemente distorta, percepisce di essere addirittura attaccato, oltre che deluso. Quindi, viene da se che deve contrattaccare per difendersi e la reazione non può che essere ostile, aggressiva, violenta, subdola, …
Non tutti reagiscono allo stesso modo; vediamo di seguito alcuni tratti caratteristici.
C’è chi reagisce mettendosi in difesa
Poiché chiunque può diventare un nemico, ad ogni commento reagiscono sulla difensiva, spesso passando all’attacco per mettere in difficolta il soggetto percepito come pericoloso.
Sono prepotenti
Si sarà evinto dal discorso fatto fin qui che queste persone provano un profondo senso di inferiorità, quindi si sentono minacciati da chiunque li possa superare.
Se hanno una posizione da difendere fanno di tutto per spingere gli altri all’errore. Le posizioni vengono difese in modo arrogante, dal momento che non hanno altri strumenti e per coprire eventuali loro mancanze.
Sono intolleranti
Le differenze non esistono. Non viene accettato il principio di unicità e che ognuno di noi possa avere specifiche competenze.
Costruiscono una realtà ad personam
La realtà viene costruita (distorta) in modo tale che si adatti alle loro idee. Invece di accettare le cose così come sono, tendono a manipolarle affinchè corrispondano alla loro visione.
Forte resistenza al cambiamento
Poiché temono di non essere in grado di adattarsi, fanno di tutto per lasciare le cose così come sono. Per chi soffre della sindrome di Procuste, abbandonare la loro zona di confort è un rischio e fa paura e quindi viene opposto un netto rifiuto.
I loro giudizi, in realtà sono verità assolute
Nei soggetti con la sindrome di Procuste non esistono idee valide tranne le loro. Tutte le altre sono prive di fondamento. Diviene quindi praticamente impossibile, o meglio inutile relazionarsi con questi soggetti.
Assumono molte responsabilità
Poiché il loro obiettivo è non avere concorrenti, dal momento che vogliono eccellere, praticamente tendono a fare tutto loro, ad assumersi ogni tipo di responsabilità. Il motivo è ovvio, tutti devono accorgersi della loro grandiosità. Se qualche compito viene assegnato ad altri, viene interpretato come un affronto personale.
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Per distinguere chi soffre della sindrome di Procuste dagli altri è bene chiarire che l’invidia esiste e può anche, entro certo limiti, essere ristrutturante e formativa.
Se vedo negli altri i pregi ma anche i difetti, ho l’opportunità di confrontarlo e valutare se alcune cose sono ottimizzabili e quindi rendere possibile il miglioramento delle mie capacità, analizzando i limiti e verificare tutte quelle potenzialità che ancora devono essere espresse.
Può capitare, e capita tutti i giorni e a tutti di passare momenti bui, e quindi di essere un po’ irritati (invidia) nel vedere che a Tizio invece le cose vanno a gonfie vele o che ha raggiunto traguardi importanti.
Come ho detto queste cose possono capitare e capitano senza cadere nella sindrome di Procuste che è una forma estrema e patologica di invidia.
Come affrontare chi soffre della sindrome di Procuste
Avere rapporti con persone invidiose. A nessuno piace essere segato o allungato per poter stare nel suo letto secondo i suoi parametri. Avere a che fare con chi ci umilia continuamente può generare in noi sentimenti di ostilità, risentimento, rancore, umiliazione, … tutte cose negative che hanno effetti che possono danneggiarci.
Potremmo quindi trovarci in situazioni sgradevoli e bersaglio di maldicenze o cattiverie gratuite.
Se vediamo che qualcuno vicino a noi si comporta come Procuste, dobbiamo evitare di perdere la calma ma cercare di disinnescare tutti i tentativi di boicottaggio di cui potremmo essere bersagli.
Se la persona è così, noi possiamo fare poco per cambiarlo, però dobbiamo impedire di cadere nei suoi tranelli.
Ci sono quindi situazioni in cui risulta più efficace comprendere che Procuste è una persona in difficoltà. I commenti al vetriolo possono essere ignorati anche se ci feriscono. Se questo atteggiamento persiste proviamo ad allontanare questa persona oppure usare l’assertività.
Chi ne soffre può ovviamente guarire. E’ necessario esercitarsi verso una positività che non si possiede. Bisogna in definitiva prendere coscienza di se, del proprio valore, di ciò che vorremmo ma necessariamente anche dei propri limiti. Solo così potremmo dare valore agli altri e lo spazio che meritano.
Trovo ci si a una similitudine per le persone che soffrono dell’effetto Dunning Krugher, ovvero della competenza dell’incompetente. Questi soggetti sono convinti di sapere tutto e si valutano sempre molto più in alto di quanto dovrebbero ma se li fai studiare, la loro autovalutazione si riduce, posizionandosi su valori più reali.