Foto di Daniel Reche da Pixabay
La ricerca della felicità
Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell’animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall’ansia.
Una volta raggiunto questo stato, ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell’animo e del corpo.
Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.
In merito alla felicità ho anche letto un ‘possibile’ suggerimento (ma potrebbe mai essere possibile dare suggerimenti su come raggiungere la felicità?)
“Ciò che a tutti voi consigliamo, dunque, è questo: se siete felici non ditelo in giro, gli altri non capirebbero, e quello che vi fa felici non farebbe al caso loro.
Se, invece, siete infelici, ugualmente non ditelo. Nessuno dei consigli che gli altri potrebbero darvi farebbe al caso vostro.”
*) A colazione da Jung, pag. 79, Cortina editore