Ho il tumore: cosa succede alla relazione
In presenza di un tumore, abbiamo un soggetto che lo ha, e un altro (altri) che lo devono gestire.
Ci sono molte relazioni che, in presenza di una malattia grave, come ad esempio il tumore, entrano in crisi e in alcuni casi, la crisi diviene irreversibile. In queste situazioni salta sia l’intimità fisica che sentimentale.
Però e gli uomini non ci fanno una bella figura, separazione o divorzi sono 7 volte di più se ad ammalarsi è la donna. Dopo le cure, lui se ne va, ma può accadere anche il contrario. Paradossalmente il cancro rende più consapevoli delle proprie potenzialità.
Se la donna avverte di essere un problema, ovvero sente di essere un peso, non si sente accudita, etc., potrebbe decidere di star sola pur di non sentirsi un fardelloper il marito.
Se la malattia viene superata, la donna si percepisce più forte e se la malattia ha messo a rischio la propria esistenza può giungere alla conclusione che diviene più importante rispettare i propri bisogni piuttosto che quelli della coppia oppure dell’altro.
Quindi, la donna impara ad ascoltarsi (visto che l’altro non lo ha fatto) e tutto ciò può mettere a rischio la relazione in particolare quelle che già prima non era solide.
In uno studio della rivista CANCER (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19645027), si prendono in esame i casi di divorzio di più di 500 pazienti di cancro (seguiti nel periodo che va dal 2001 al 2006). I risultati:
- 12% divorzio o separazione
- 21% se si ammala lei
- 3% si ammala lui
Si separano di più le coppie giovani rispetto alle coppie più anziane o con una storia di coppia più lunga.
La separazione, secondo lo studio, pesa negativamente sia sulla qualità della vita che sulle terapie stesse.
I risultati di questo studio sono stati, a vario modo, confermati dagli operatori del settore.
Cosa succede alla relazione : perché i mariti abbandonano
Sembrerebbe che finché la malattia è operante, entrambi i coniugi fanno tutto ciò che serve, ma in particolare nelle coppie con problematiche latenti, una volta usciti e si vorrebbe tornare nella normalità in realtà ci si allontana.
Ad esempio, uno dei problemi più scatenanti è il sesso, o meglio la sua mancanza. Capita che se la malata è lei, il marito si fa carico di tutto. La conduzione famigliare, la spesa, seguire i figli, le cure ancora in atto, etc. In tutto questo ‘da fare’ può capitare che lui ‘perde di vista’ la moglie e le sue esigenze.
Lui si autocompiace del modo super efficiente con cui gestisce il tutto ma diviene insensibile alle esigenze di lei, mancando di sensibilità proprio con la moglie.
Basterebbe, a volte una comunicazione più empatica, un :’come stai?’, una carezza, un abbraccio, oppure un ascolto più efficace, oppure una qualsivoglia manifestazione di intimità (molte donne non si sentono più desiderate, né amate).
In queste situazioni capita che tentando di parlare delle proprie ansie, lui taglia corto, oppure se la moglie viene vista pensierosa oppure alla ricerca di un po’ di solitudine lui reagisce infastidito. Quindi in casi del genere la comunicazione deve essere più efficace per entrambi e se non la si riesce a trovare, potrebbe essere utile valutare l’ipotesi di un aiuto esterno.
Ma succede anche di peggio; il marito potrebbe abbandonare completamente il campo.
I modi e le ragioni possono essere, oltre quelle già descritte sopra, dovute anche al fatto che di fronte alla malattia alcuni uomini non sanno assolutamente cosa fare, oppure si sentono terribilmente a disagio, oppure hanno un pessimo rapporto con la sofferenza degli altri, in particolare della propria partner, oppure perché semplicemente sono esclusivamente centrati su se stessi e di fronte al disagio preferiscono lavarsene le mani, insomma pure e semplice egoismo.
Il modo scelto per allontanarsi può variare e toccare punte che potrebbero rasentare l’estrema crudeltà. Ad esempio, una coppia sposata con figli. Lei ha il tumore ed è costretta a lasciare il lavoro.
Lui non ce la fa e chiede la separazione (si, chiede la separazione proprio nel momento più critico della malattia); ottiene la separazione e da quel giorno non versa più nulla sul conto in comune. La moglie rimane senza mezzi, non solo per le cure ma anche per tutto il resto (gestione della casa, la spesa, etc).
Cosa succede alla relazione : Il corpo che cambia
La malattia, anche per le coppie più solide, mette in crisi la loro sopravvivenza. Ci sono diverse ragioni per cui gli uomini sopportano meno la malattia: il corpo che cambia (alcune malattie sono deturpanti); il cambio del ruolo di accudente/accudito.
Nella nostra società è la donna che si prende cura dell’accudimento. Se questi ruoli sono rigidi (tu donna fai questo; io uomo faccio quest’altro) , il ribaltamento di questi ruoli potrebbe non essere superabile.
Appena possibile, la coppia deve ritrovare il piacere di fare sesso. Il sesso, in tutte le forme possibili, quindi anche fatta di soli preliminari (se compatibili con lo stato del paziente) sono alla base di una coppia che vuole restare tale.
Questo è un impegno che va preso da entrambi, sia dal coniuge sano che da quello malato.
Se lei non si sente desiderata, può accadere che l’aspetto sessuale venga ignorato e se questo accade per mesi o addirittura per anni, il destino della coppia è segnato. Lui prima o poi si cercherà un amante.
Cosa succede alla relazione : cosa fare per restare uniti
Restare uniti si può a patto che si impostino alcune cose come ad esempio, ipotizzare il supporto di un esperto, sin dalle prime fasi. Un sistema per limitare i danni collaterali di ‘mosse sbagliate’, e preprevenire eventuali conflitti di coppia che potrebbero portare ad una separazione.
Un altro aspetto molto importante è la comunicazione. Chiedere continuamente (ma non in modo assillante) se ha paura, sente dolore, di cosa ha bisogna e quali sono le aspettative.
Non rinunciare all’intimità. Nulla è vietato salvo fare solo ciò che la malattia permette. Fare sesso non vuol dire farlo solo in modo completo (con la penetrazione) dal momento che si può sperimentare altro. È importante che il partner non si senta escluso e il malato non desiderato.