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Equilibrio nel corpo e nella mente

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Equilibrio nel corpo e nella mente

REICH E I LIVELLI REICHIANI

Wilheim Reich iniziò la sua carriera come allievo di Sigmund Freud.

Alla teoria psicoanalitica del suo maestro apportò due contributi fondamentali, che avrebbero avuto enorme importanza negli anni successivi sia in campo psicoterapeutico, che medico. Approfondendo la sua esperienza clinica, Reich comprese che affinché una psicoterapia possa essere realmente efficace, andavano introdotte nel suo campo d’indagine e d’intervento, due entità individuali fondamentali, fino ad allora trascurate da una psicologia del profondo, tutta intenta a scoprire processi e contenuti inconsci, individuali o collettivi che si volessero considerare.

Era necessario reintrodurre nel processo psicoterapeutico queste due dimensioni: il corpo e la coscienza, perché ciò che avviene nella mente accade anche nel corpo ed è valido anche il concetto inverso.

Non si tratta più di una influenza della mente sul corpo, ma di una nuova visione dell’uomo che definisce l’esistenza di una identità funzionale tra corpo e mente, poiché l’uomo è uno e nella sua unità, indissolubile.

Stiamo assistendo con Reich alla nascita della psicologia olistica (dal greco όλος, cioè “la totalità”). Dal punto di vista “olistico”, la somma delle funzioni delle singole parti è sempre maggiore/diversa della prestazioni di ciò che fa ogni singola parte.

Uno dei problemi delle cosiddette resistenze, il cui studio costituì per Reich un punto di partenza, è in realtà relativo al fatto che non è possibile condurre una psicoterapia davvero efficace se non si tiene conto e non si restituisce al paziente la sua corporeità.

Ciò che accade nella mente avviene anche nel corpo, che è il “luogo” della nevrosi.

La frustrazione comporta un’emozione più o meno intensa ed ogni emozione viene sempre trattenuta nella muscolatura attraverso dei blocchi del respiro. Si delinea così l’esistenza di un legame molto stretto tra le tensioni vissute, le difese che esse attivano nelle diverse persone e la formazione della struttura del carattere di un individuo.

Reich delinea una visione olistica dell’uomo al cui interno, il mondo corporeo della persona, è considerato il “come” psichico, emotivo, comportamentale ed affettivo. Il nostro campo corporeo è allo stesso tempo il nostro campo psichico, l’individuo è uno, corpo/mente, non separabili. Reich è, non a caso, considerato anche colui che ha posto le basi per lo sviluppo della psicosomatica. Esiste secondo Reich, una identità funzionale tra corpo mente, due entità non più separabili e mosse o bloccate dalla stessa energia, da lui definita “orgone”.

L’orgone è un termine per definire la “pulsazione vitale” dell’individuo.

Cos’è l’orgone

L’orgone è un termine per definire non solo la “pulsazione vitale”, che nell’uomo si manifesta sotto forma di libido (intesa come energia psichica e non sessuale), ma secondo Reich, anche l’universo sarebbe pervaso dallo stesso tipo di energia ed il libero fluire dell’energia orgastica individuale resa difficoltosa da una società repressiva, non è benefica solo per l’uomo singolo ma anche per il cosmo (questo principio è presente anche alla fisica quantistica).

Esiste una identità funzionale tra la nostra psiche ed il nostro corpo; con questo assunto, basato sull’approfondimento della sua esperienza clinica, Reich compie un passo fondamentale verso la psicologia olistica, che concepisce in maniera unitaria e correlata ogni funzione dell’essere umano. L’essere umano è infatti: unità nella molteplicità.

Viene così sanata finalmente la storica frattura tra corpo e mente che ha condizionato enormemente  lo sviluppo della psicologia dell’uomo, di differenti approcci clinici alle problematiche dell’uomo e quindi, l’approccio metodologico e filosofico inerente l’essere umano. Basandosi sulla scoperta della identità funzionale tra corpo, emozioni e carattere, Reich sviluppò una metodologia psicoterapeutica non più schiavizzata dall’esclusività della dimensione verbale e cognitiva ma che include anche l’espressione emotiva, la dimensione del contatto tra terapeuta e paziente, la respirazione e la percezione corporea.

Con il procedere della sua esperienza, Reich diede un altro contributo alla pratica clinica individuando nel corpo, sette livelli, che possono essere considerati come degli anelli o metameri, ognuno con un suo linguaggio ed una sua funzionalità nello sviluppo dell’individuo. E’ proprio grazie all’esistenza di questi livelli, ognuno dei quali integra in sé l’aspetto muscolare, emozionale ed energetico, che è possibile leggere sul corpo, la storia dell’individuo e comprendere a quale livello, la sua energia vitale è maggiormente paralizzata.

Vediamo allora quali sono, secondo Reich, questi sette livelli ed il loro significato di base, preannunciando che ad ognuno di questi livelli, potrà corrispondere un blocco emotivo, che darà luogo ad una determinata tipologia di struttura caratteriale.

  • Livello degli occhi: gli occhi costituiscono il fondamento del nostro primo contatto con la realtà infatti, non a caso, l’altro modo per definire l’atto della nascita è: “vedere la luce”. E’ con gli occhi che avviene il primo contatto con la realtà. E’ utile però considerare che non necessariamente all’atto del guardare, corrisponde l’atto del vedere. Infatti, soltanto guardando una persona negli occhi, possiamo comprendere il livello della sua coscienza, della profondità, lucidità e chiarezza.

Negli occhi c’è un vero e proprio mondo emozionale; essi possono essere spaventati, vuoti, opachi, assenti ed impenetrabili, oppure penetranti, inquietanti. O ancora, gli occhi possono essere luminosi, profondi oppure attoniti, quieti. In certe persone, gli occhi sono sfuggenti, fissi, cattivi, agitati oppure sognanti, smarriti. In altre, accesi e sereni e buoni, attenti al mondo circostante, talvolta essi ci appaiono anche maliziosi. Negli occhi si rivela l’essenza stessa di un uomo e la sua indole, il tipo di relazione che egli ha con se stesso e con il mondo, la sua presenza a se stesso ed al mondo. In base alla teoria e terapia di Reich, nella quale la coscienza ha un ruolo fondamentale, non a caso è in uso dire che “essere negli occhi significa esserci”.

  • Livello della bocca : sono compresi le labbra, i denti e la mandibola. Essendo la bocca collegata alla fase dell’allattamento e dello svezzamento, il secondo livello esprime tematiche orali, alle quali sono connesse il rapporto con l’affettività e le tematiche del bisogno e della dipendenza.

A questo secondo livello è presente la mandibola con grande capacità di serrarsi e di bloccare le emozioni. La mandibola ed il mento possono trattenere e tenere bloccate, grandi cariche di rabbia. Se la bocca di una persona non vuole aprirsi, ciò, con grande chiarezza, esprime sfiducia, la paura di venire invasi ed il rifiuto a far entrare chiunque.

 

  • Livello del collo comprendente anche l’interno della gola. Dobbiamo sempre considerare che ogni livello sfuma in quello successivo. Ciò è particolarmente evidente con la gola, posta al confine tra il secondo e il terzo. A questo livello si esprimono le tematiche narcisistiche, la percezione del proprio io e dell’immagine di sé, da portare nel mondo. Tanto andare a testa alta che a testa bassa, non sono che due atteggiamenti opposti di sé che si declinano grazie alla postura del collo. Nel collo è presente la rigidità cioè la paura di lasciarsi andare.
  •  Livello della gola ha una importanza fondamentale perché la gola è come una chiusura lampo che ci consente di bloccare l’accesso alle nostre emozioni più profonde, quelle che salgono direttamente dal nostro cuore. In tal senso la gola, là dove sono trattenute emozioni troppe forti, può trasformarsi in una vera e propria barriera che separa la testa dal resto del corpo. Così il nostro cuore e la nostra testa, alla fine smettono di comunicare. E’ ciò che si definisce abitualmente come soffocare le emozioni.
  • Livello del torace : se ne comprende l’importanza pensando che a tale livello c’è il cuore che è l’organo che pompa la vita e che rappresenta la porta d’ingresso della nostra identità essenziale. Le tematiche legate a questo livello sono vastissime. Pensiamo che è qui che ci sono anche le spalle, sulle quali talvolta come in chi le ha curve, si portano troppi pesi oppure si esprime un forte senso di rassegnazione a situazioni vissute come insopportabili ed immodificabili, ma talvolta sono curve anche perché la persona crede di poter portare qualsiasi peso. Le scapole serrate possono esprimere rabbia e paura.
  • L’aspetto fondamentale di questo livello è la tematica del respiro. E’ qui che si trovano i nostri polmoni ed quindi qui che trova il centro del rapporto con l’energia vitale. Il torace può essere in molti modi diversi: gonfio ed incapace di arrendersi, rilassarsi nell’espirazione o al contrario, essere scarico e depresso, con poca energia, incapace di inspirare e di prendere, cioè di riempirsi. Il cuore è il luogo di profondissime emozioni da esplorare, “imprigionate” e negate oppure congelate. Troviamo sempre a questo livello, le braccia e le mani connesse ai temi del toccare ed accarezzare, del prendere e del lasciare. 
  • Livello del diaframma: dipende da esso tutta la respirazione, è proprio bloccando il respiro che ogni tipo di emozione viene controllata e repressa. Il diaframma è la principale chiusura lampo per spezzare il nostro corpo in due. Così, il diaframma separa la parte istintuale dal cuore, bloccando in sinergia con la gola, qualsiasi impulso e sentimento, ogni tipo intensità del nostro sentire, qualsiasi possibilità di accesso al piacere. Il blocco del diaframma presente in tutti noi, anche se a livelli differenti nella cultura occidentale, impedisce anche di far arrivare energia ai genitali. Diminuisce così anche l’energia sessuale. Il diaframma è il centro del rapporto con l’energia vitale e con la nostra vitalità.
  •  Livello della pancia: è il luogo delle emozioni viscerali e la sede di numerosi organi: milza, fegato, pancreas, stomaco. Quanti ormai riescono ancora a sentire con la pancia? Sicuramente pochissimi. Le tematiche connesse sono quelle della digestione e dell’assimilazione di cibo ed eventi, quindi anche il tema dell’ansia. Nella pancia si trova l’ombelico al quale durante la vita intrauterina era collegato il cordone ombelicale. A questo livello si evidenziano tematiche quali quello della nausea e del rigetto; è il luogo della disperazione più profonda tanto che è proprio nella pancia che si può sentire la presenza di un “buco”, talvolta grande come una voragine, nella quale si può sentire di sprofondare.
  •  Livello del bacino: comprendente genitali, gambe e piedi. L’intensità del piacere che possiamo sperimentare è legata alla quantità ed all’intensità di energia libidica che si scarica attraverso i genitali. Il blocco del bacino e delle pelvi limita ed a volte può impedire completamente questa scarica, agendo in modo sinergico al blocco degli altri livelli.

Nelle gambe poi troviamo anche il tema del radicamento, al quale sono connessi i temi della fiducia o sfiducia nella vita, quello della solidità, e dell’equilibrio, del contatto con la terra.

Questa descrizione ci permette di capire che i sette livelli descritti da Reich, permettono allo psicologo clinico appositamente formato, un’articolata lettura della struttura caratteriale di ogni persona.

Reich (Lowen dopo di lui) aveva evidenziato l’esistenza di alcune strutture caratteriali di base, utilizzando come punto di riferimento le fasi di sviluppo del bambino come descritte da Freud.

(Concezione attualmente superata con il riconoscimento dell’importanza dei fattori neuroendocrini già durante la vita intrauterina nel determinare alcuni aspetti dello sviluppo successivo, che permette di svincolare l’individuo nella unicità da clichè teorici preordinati nei quali inserirlo, portando invece alla formulazione di modelli olistici multidimensionali che tengano nel debito conto la complessità dello sviluppo e tutti i diversi livelli che continuamente interagiscono tra loro influenzandosi vicendevolmente).

A cura della d.ssa Elisabetta Lazzari

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