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Omosessualità latente o repressa

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Differenza tra omosessualità latente ed omosessualità di tipo ossessivo

Vorrei in questo articolo, affrontare un tema (raro), legato alle persone che soffrono del Disturbo Ossessivo Compulsivo o DOC ma che, ignari di questo disturbo, sono tormentati dai dubbi in merito alla propria scelta di genere.

L’ossessione di essere omosessuali

Persone che, pur avendo avuto una vita sessuale esclusivamente etero, di punto in bianco, cominciano a pensare di essere omosessuali e quindi di aver avuto questo tipo di orientamento sempre latente; quando questi soggetti vengono attanagliati da questo tipo di dubbio, vengono da noi e ci chiedono: dottore, secondo lei, potrei essere un omosessuale latente?

Da quando gli uomini hanno cominciato a scrivere ciò che pensavano e a pensare in merito ai misteri della vita, c’è sempre stata la convinzione che accanto ad una ferma convinzione e comportamento eterosessuale, potesse anche celarsi anche un desiderio di natura omosessuale. Freud, ha cercato di dimostrare (riuscendoci?) che in tutti noi, è presente, in modo congenito, una certa dose di bisessualità.

Dal che si deduce che coloro che hanno un orientamento palesemente etero, potrebbero, a volte, avere anche questo tipo di fantasie.

Nel caso del DOC, queste fantasie sono alimentate solo dal DOC e non da una reale latenza.

Omosessualità latente o repressa

Quanta confusione tra i due aspetti, che poi sono completamente diversi.

In un caso, l’orientamento è ben deciso ma viene represso, mentre nell’altro caso, agirebbe a livello inconscio e alcuni sintomi ne potrebbero, prima o poi, tradire la presenza.

Ecco che questa situazione può generare, in tutte quelle persone che tendono ad auto analizzarsi, a pensare di essere omosessuale (dal momento che ne percepiscono una possibile latenza), laddove invece, tali pensieri, poco hanno a che fare con le preferenze sessuali ma quasi sempre sono frutto di ossessioni pure.

Nessuno (uomo o donna) ne è immune. Può accadere ad entrambi quando ad esempio, per qualsivoglia motivo si ha un calo del desiderio sessuale, oppure ci si trova in estrema difficoltà ad eccitarsi anche laddove, in tempi non sospetti, la reazione era diversa da quella attuale (impotenza / frigidità). In questi casi, del resto abbastanza frequenti nella vita di ogni essere umano, si potrebbe ingenerare un pensiero del tipo: ’Visto che non mi eccito più come una volta alla vista di una bella donna/un bell’uomo, forse sono diventato/a gay’.

Uno dei tanti possibili esempi

Prendiamo una persona con problemi ossessivo-compulsivo. Questa persona ha sempre avuto un orientamento etero, ma ecco che di punto in bianco comincia a riflettere sul fatto di avere un dubbio (o una paura) ovvero quella di avere, verso una persona del suo stesso sesso, fantasie sessuali. Inizialmente questa serie di pensieri generano un disorientamento, tanta paura e ovviamente un netto rifiuto.

Tipico degli ossessivi compulsivi, comincia a rimuginare quasi continuamente. Non pensa ad altro. Comincia a interrogare amici e parenti, cerca insomma ogni forma di rassicurazione che per oggetto ha solo una cosa, solo una domanda, solo un dubbio: “ma non è che sono gay?” Il risultato di questo ‘rimugnare’ è sempre lo stesso: alimentare l’ossessione.

Ovviamente è solo ossessione, non c’è nulla di concreto.

Alcuni esempi di pensieri

Possibili domande:

Sono eccitato/a; quella persona mi piace (stesso sesso);

Ci sono poi altre domande o comportamenti che questi soggetti potrebbero mettere in atto per cercare di ‘capire’, laddove ovviamente non c’è assolutamente nulla da capire.

P.es.

Convincersi del proprio orientamento; riandare alle precedenti relazioni per assicurarsi del proprio orientamento; fare confronti con gli altri etero; rassicurarsi sul fatto di essere etero; evitare di guardare soggetti del proprio sesso; ripetersi di non essere omosessuale; farsi un piano mentale di come dovrebbe eventualmente dichiarare al mondo la propria omosessualità; analizzare il fallimento delle precedenti relazioni per convincersi che non sono finiti perché il partner poteva pensare a me come un gay; pensare a come lasciare l’attuale partner (considerando che non lo si desidera affatto); e così via.

In questo caso, come del resto in ogni contesto ossessivo, c’è una componente legata ai rituali e di seguito provo ad elencarne alcuni:

  • Camminare, parlare, interagire, avendo cura di essere assolutamente maschili (o femminili).
  • Lavarsi continuamente (come poteva mancare) se, anche per caso, si è entrati in contatto con persone dall’orientamento diverso dall’etero.
  • Scegliere film porno assolutamente etero (al fine di verificare e confermare che mi eccito solo per scene appropriate – ovvero non gay); chiedere ripetutamente agli altri se hanno mai pensato e/o trovato attraenti persone del proprio sesso; chiedere agli altri continue rassicurazioni in merito alla propria mascolinità/femminilità. Chiedere al proprio ex (fino allo sfinimento) spiegazioni in merito alla fine della propria relazione; iniziare storie in modo compulsivo (del tipo:prendo e lascio) per dimostrare a se stessi di essere interessati ed eccitati solo da persone del sesso opposto; etc.

Evitamenti

Al primo posto, ovviamente, evitare assolutamente gay, bisex, trans, lesbiche, etc.

Evitare le cose toccate da loro; il contatto fisico; restare soli, di fare conversazioni con persone dello stesso sesso; evitare i luoghi abitualmente frequentate da omosessuali; evitare attività non tipicamente affini al propri sesso; scegliere un abbigliamento ambiguo; musiche, film, etc attinenti a ciò che potrebbe aver a che fare con il mondo gay; evitare, evitare e poi ancora evitare tutto ciò che potrebbe, anche lontanamente evocare ciò di cui si teme.

Cura

Ma se invece di essere un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), come sta sostenendo lei, dottore, fossi veramente gay?

Queste e infinite altre domande dello stesso tenore vengono affrontate con un terapeuta ad indirizzo analitico. Dietro queste ossessioni, c’è dell’altro. Le persone che soffrono di questa ossessione possono stare tranquille dal momento che nulla ha a che fare con l’orientamento sessuale e tutto ciò che si vorrebbe conoscere è destinato al fallimento perché, al momento nessuno sa con precisione cosa determina l’orientamento sessuale.

Il timore di essere omosessuale funziona esattamente come tutte le altre sintomatologie legate al DOC.

Un percorso psicoterapeutico aiuta chi soffre di questo disagio a ‘riprendersi la vita’.

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