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La normalità e la follia nella nostra società

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La normalità e la follia nella nostra società

In società si tende a considerare normale, il soggetto che si adegua alle regole che quella società si è data. La libertà dell’individuo  è contenuta entro i limiti imposti e devono essere congruenti con tutti quei valori che reggono quella società. Essere normali, quindi, vuol dire conformarsi a quel modello.

 La normalità quindi è il risultato di una cultura che date le sue premesse non può che sottomettere la libertà dell’uomo a leggi che uomini di quella società hanno costruito. Adeguarsi quindi equivale a perdita di libertà.  In questo contesto (funzionale alla società) essere creativi oppure esprimere liberamente le proprie doti espressive, passano attraverso il vaglio della censura interna. Insomma, sono inibite. In quest’ottica, non si può non considerare che essere normali, può essere rischioso. Infatti si corre il rischio di ‘vivacchiare’, condurre una vita di mera esistenza e quindi non autentica. La depressione spesso si innesca su questo conflitto.

Quali sono le conseguenze o le possibili risposte?

Tralasciamo le infinite sfumature dei due poli e concentriamoci solo su essi. In un caso abbiamo soggetti che si adeguano passivamente e non percepiscono l’atto di sottomissione acritica alle regole di cui sopra; nell’altro invece abbiamo individui che percepiscono il loro disagio, si rendono conto di non riuscire ad adattarsi a quelle regole ma anche di non sapere come fronteggiare il conflitto e quindi di non ignorare, in estrema sintesi cosa sia giusto fare.

Abbiamo quindi un’immagine di sè che nel primo caso, si focalizza sul raggiungimento di specifici obiettivi, spesso utopistici, allo scopo di un’autoconferma del proprio valore; nel secondo caso invece il conflitto sta nel desiderio di privilegiare la propria autonomia pur non dimenticando la necessità di adeguarsi.

I due casi citati descrivono un atteggiamento alieno dell’essere umano. Ma nel secondo i margini di manovra sono più ampi ed è possibile intervenire per aiutare ad esplorare le influenze ambientali, per superarle e tentare così di recuperare la propria autenticità e unicità ed affermare il proprio se.

Queste scoperte non rendono necessariamente più felici ma sicuramente più consci del proprio ambiente e della propria capacità di interagire con esso in modo creativo e più libero. Star bene non si identifica con il concetto di normalità ma con il riuscire a cambiare l’idea che ci siamo fatti di essa e naturalmente di quanto e quale influenza ha su di noi.

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