I disturbi del comportamento alimentare
Il comportamento alimentare, benchè quotidiano, rappresenta un fenomeno umano molto complesso che comprende evidentemente e per prima cosa la funzione della nutrizione. A questo riguardo, l’alimentazione è lo strumento originale e primo nel rapporto che l’uomo ha con la natura, essendo la sua prima relazione vitale, il suo primo sentimento di esistenza.
La miglior salsa del mondo è la fame.
Miguel de Cervantes,Don Chisciotte della Mancia, 1605/15
Come l’uomo si relazione con il cibo
Partendo da questo comportamento la cui motivazione abituale si mette in rapporto alle sensazioni di fame, d’appetito e di sete, l’uomo si rivela anche dal suo modo di alimentarsi, attraverso la civiltà, le forme della sua vita collettiva, della sua cultura e dei suoi miti.
Si può anche prevedere che questa condotta, così primordiale per la vita e così carica di significati e di simboli, sarà un ricorso e un linguaggio privilegiato dell’uomo malato colpito nella relazione con se stesso e gli altri per indirizzare, consciamente o soprattutto inconsciamente, i suoi appelli a far valere le sue rivendicazioni affettive.
Relazione e comprensione del comportamento alimentare
La relazione e la comprensione del comportamento alimentare devono essere considerati a tre livelli d’organizzazione della personalità:
1 – fisiologico, o più esattamente metabolico, corrispondente alla domanda energetica dell’organismo, alla regolazione di questa domanda e alla soddisfazione dei bisogni nutritivi in calorie.
2 – psicodinamico dello sviluppo della libido e più precisamente della soddisfazione orale che è un piacere indipendente dalla soddisfazione del bisogno fisiologico precedente. Per la psicoanalisi la bocca è la prima zona erogena del corpo nello sviluppo della libido e l’attività di succhiare può essere considerata come un’attività autoerotica.
A partire da queste prime esperienze, la personalità può organizzarsi seguendo certi tratti di carattere: avidità, desiderio di soddisfazione immediata, ma anche dipendenza. Questo carattere orale sembrerebbe inoltre sia alla base di molti comportamenti etilistici e nelle tossicodipendenze.
Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.
Fëdor Dostoevskij, Umiliati e offesi, 1861
3 – relazioni per gli scambi che si stabiliscono tra il soggetto e l’ambiente sociale e culturale.
In particolare, è a questo livello che si esprimono i primi scambi del bambino con la madre, il primo approccio simbolico della relazione madre-bimbo.
Per esempio la relazione d’amore verso la madre sarà caratterizzata dai significati: mangiare, essere mangiati. Così l’incorporazione orale comporta simbolicamente tante dimensioni associate: amore, distruzione quindi odio, conservazione dentro di se ed appropriazione delle qualità dell’oggetto di amore.
Questa relazione primitiva con gli oggetti si potrebbe qualificare come cannibalismo. Il soggetto si unisce agli oggetti incorporandoli. Del resto in molti riti religiosi l’individuo diviene simile alla divinità che ha mangiato. Accade anche nella nostra religione … cosa avviene con l’eucarestia?
In ogni modo è attraverso la bocca che il bambino prende i primi contatti con il mondo esterno. E’ per mezzo della bocca che si fa l’appropriazione, l’esplorazione, la scoperta degli oggetti. Particolarmente in un momento in cui i gesti coordinati e ordinati sono ancora impossibili a causa dell’immaturità motoria, il bambino fa una conoscenza primitiva del suo corpo con le sue dita o con i suoi piedi che egli porta alla bocca.
La fame è la compagna dell’uomo inoperoso.
Esiodo, Le opere e i giorni, sec. VIII a.e.c.
Essendo dunque la condotta alimentare la più biologicamente primitiva e necessaria, la più quotidiana e quella che ha dato luogo ai modelli di relazione con gli altri e che offre l’occasione più banale di incontri sociali, non ci si deve sorprendere che essa sia disturbata isolatamente o insieme ad altri disturbi della personalità nel corso della vita, nel lattante, nel bambino, nell’adolescente, nell’adulto e nel vecchio e nei due sessi.
Questi disturbi della condotta alimentare possono esprimere: sofferenze, disadattamento all’ambiente, conflitti interiori, attitudini d’opposizione, angosce, etc.
In una parola i disturbi del comportamento alimentare sono frequenti e offrono un sintomo sia isolato sia associato ad altri comportamenti disturbati, che in ogni caso, sembra evidente che essi hanno un senso spesso difficile da scoprire.
Colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
Max Frisch, Diario d’antepace, 1962
I principali disturbi del comportamento alimentare sono le anoressie nervose caratterizzate dal rifiuto di alimenti; al polo opposto, il comportamento di quei soggetti che trovano necessario alimentarsi in modo eccessivo meglio noti come comportamenti bulimici.
La psicoterapia del comportamento patologico alimentare
Le anoressie e le bulimie, creano enormi disagi con se stessi e con gli altri. Un percorso psicoanalitico rappresenta un approccio efficace in moltissime situazioni.