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Ottimista e pessimista. Quale dei due
Ottimista e pessimista. Quale dei due è più adattivo? Domanda retorica la cui soluzione però, sembrerebbe relativamente facile.
Le persone ottimiste vivono meglio, hanno meno accumulo di cortisolo (ormone dello stress) rispetto a coloro che vedono sempre le tinte fosche, l’inganno dietro ogni parola, la fregatura ovunque e che tendono a dire e quindi a vivere come se una cosa può andar male, ebbene sicuramente andrà male.
I vantaggi dell’ottimismo
Tutto lascia pensare che l’ottimismo sia di gran lunga preferibile al pessimismo. Ovunque vengono decantati i vantaggi del pensiero positivo. Infiniti studi, inoltre confermerebbero che questo modo di essere, sia correlato con il benessere psicofisico.
Da quanto detto sembrerebbe quindi che essere ottimista sia di gran lunga preferibile a chi invece tende più al pessimismo.
Pessimismo demonizzante
Allora il pessimismo è da demonizzare? Sembrerebbe di no. Alcuni studi sosterrebbero che ‘alcune forme’ di pessimismo siano da preferire all’ottimismo tout court.
Questo certo tipo di pessimismo potrebbe addirittura portare, incredibilmente anche non pochi benefici. Insomma, a ben guardare, il pessimismo non è equiparabile completamente ed esclusivamente al pensiero negativo.
Ottimista e pessimista. Quale dei due ha migliori risultati?
Sembrerebbe che l’ottimista si attenda più risultati positivi, cioè che avvengano con maggiore frequenza, mentre invece, al contrario, il pessimista tenda ad attendersi che i risultati negativi avvengano con una maggiore probabilità
Questo tipo di pessimista, che potremmo chiamare realista permette di riflettere in merito al pensiero negativo in un modo nuovo, diverso, che lo porterebbe ad utilizzare questa prospettiva come struttura organizzativa più utile al raggiungimento dei proprio obiettivi.
Ecco quindi che anche il pessimista possa perseguire la strada del successo mentre nel pessimismo autocommiserativo, i risultati siano più rari.
Come funziona il pessimista realista
Vediamo come funziona questo tipo di pessimismo e quali possono essere i possibili vantaggi.
Le persone ansiose tendono a fuggire dalle situazioni ansiogene, le persone pessimiste hanno una maggiore probabilità di essere ansiose, quindi anche avendo eventuali obiettivi tendono all’evitamento.
Nei confronti delle sfide, ove si attende un insuccesso, il pessimista con un pizzico di realismo, tende a immaginare tutti i possibili scenari, facendosi una mappa mentale di tutto ciò che potrebbe non andar bene.
Contromisure da mettere in campo
In tal modo, il soggetto è ‘pronto’ ad affrontare questi scenari e sarebbe quindi in grado di mettere in campo le contromisure precedentemente valutate.
Poi tutti sanno che la realtà è molto più semplice di quanto immaginato.
Ottimista e pessimista. Quale dei due beneficia di maggiori vantaggi?
I vantaggi di questa modalità, si sostanziano con il fatto che l’uomo di successo riesce a beneficiare delle circostanze positive e se non ci sono circostanza positive, le crea.
Inoltre, valutando tutti i pro e tutti i contro di una scenario negativo (per il positivo non esistono), ha una maggiore possibilità di ottenere un vantaggio competitivo.
Avendo uno stato d’animo tutt’altro che positivo riescono a trarne un miglior beneficio, dal momento che si sentono motivati a dare il meglio di se stessi.
Inoltre, un altro possibile vantaggio dell’approccio pessimistico lo ritroviamo in tutte quelle situazioni ove si è in attesa di un risultato ove non è più possibile esercitare nessun tipo di influenza.
Si attendono notizie (esito di un concorso, di un colloquio di lavoro, …).
Essendo pessimisti si attende la peggiore delle situazioni e quindi si è pronti a ‘reggere’ la eventuale frustrazione. Mentre per gli ottimisti, una brutta notizia ha effetti che potrebbero essere devastanti.
Riflessi sulla salute
Ottimista e pessimista. Quale dei due affronta meglio la problematica? In questo momento di Covid, l’ottimista tende a sottovalutare le minacce e quindi in merito alla prevenzione ha un atteggiamento meno prudente.
Al contrario, il pessimista, teme si ammalarsi più di chiunque altro e di conseguenza, è molto più prudente, esce di meno, frequenta pochissimo gli spazi affollati, si lava più spesso le mani, usa sempre la mascherina, etc.
Gestione delle malattie croniche
Se poi per qualsivoglia motivo, hanno una malattia che si cronicizza, la loro innata negatività può spingerli ad avere una visione del futuro più fosca (e magari anche più realistica); gli operatori sanitari che si devono prendere cura di lui avranno maggiori sollecitazioni e quindi, presteranno più cure e attenzioni di un altro paziente meno spaventato.
Esistono le differenze sostanziali nella gestione della salute tra le due tipologie di persone?
Fondamentalmente l’unica differenza sta nel fatto che le cose vengono affrontate in modo diverso.
Mentre alcuni usano l’evitamento, i pessimisti, avendo aspettative negative, assumono atteggiamenti più attivi e cercano in tutti i modi di essere più controllanti e non affrontano il problema della salute in modo superficiale.