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Come curare la depressione
Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente. Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)
Mi piace iniziare l’articolo con una citazione importante e illuminante di Alice Miller.
Alice Miller è stata una psicologa svizzera, nata nel 1923 e deceduta nel 2010. È nota per i suoi studi sull’effetto del maltrattamento infantile e dei traumi dell’infanzia sulla salute mentale degli adulti. Miller è stata una delle prime psicoterapeute ad affrontare apertamente il tema dell’abuso infantile nel contesto della psichiatria e della psicologia. Ha scritto numerosi libri, tra cui “Il dramma del bambino dotato” e “Perché i bambini ci odiano”.
«Le nevrosi e le psicosi, infatti, non sono dirette conseguenze di reali frustrazioni bensì l’espressione della rimozione di traumi. Quando si tratta soprattutto di educare i bambini in maniera che essi non si accorgano del male che si fa loro, delle cose di cui li si priva, di ciò che essi perdono, […] di chi essi siano in realtà […] allora in seguito l’adulto vivrà la volontà degli altri come se fosse sua propria. Come potrà mai infatti sapere che la sua volontà è stata stroncata dal momento che non gli è mai stato consentito di farne esperienza?» – Alice Miller
Come curare la depressione
Come curare la depressione, che è uno dei disturbi psicologici tra i più diffusi al mondo: colpisce ogni anno svariati milioni di persone cioè, circa il 10 – 15 % della popolazione nel rapporto di 2:1 in favore delle donne (nel senso che le donne sono le più colpite).
Mediamente la depressione colpisce tra i 25 e i 45 anni di età (ma anche in età più precoce).
La cantante Christina Aguilera ha deciso di condividere il suo problema della depressione. Oltre a confessare i suoi stati di tristezza, ha anche affermato che proprio in questo stato, la sua vena creativa prende slancio e nuovi spunti.
La depressione è, anche secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una delle malattie psichiche che colpisce un’ampia fascia della popolazione ed è anche tra le più gravi, perchè viene diagnosticata tardi e quindi le necessarie cure, arrivano con molto ritardo, aggravandone la sintomatologia.
Non di rado, inoltre, i suoi sintomi vengono sottovalutati, in particolare se colpisce i giovani e il suicidio, sempre in aumento tra gli adolescenti, ne è una prova.
Il depresso, in senso clinico, ha una sofferenza di gran lunga diversa dalla tristezza, uno stato che, ogni essere umano ha sperimentato sicuramente più di una volta nella vita.
Il depresso non è solo triste, ma un essere umano che ha smarrito il senso delle cose, è privo di ogni interesse e ha disturbi del pensiero e sintomi fisici mai avuti prima e dura molto più della tristezza.
L’uomo è nato per soffrire. E ci riesce benissimo.
Roberto Gervaso, La volpe e l’uva, 1989
La depressione – come inizia
L’insorgenza della depressione può avvenire per cause esterne ben definite, ad esempio, la perdita di un lavoro, la fine di un amore, la malattia o la perdita di una persona cara, gravi conflitti familiari, eventuali malattie fisiche gravi oppure croniche, durante la menupausa (depressione post partum), oppure il puerperio, attraverso l’uso di alcuni farmaci, eventuali squilibri della biochimica del cervello, cambiamento delle amicizie per, ad esempio, un trasferimento in altro quartiere oppure città, etc.
Raramente la depressione avviene senza nessun evento scatenante, cioè spontaneamente, senza cause apparenti. Esistono sempre cause che possono essere evidenti (vedi sopra) oppure inconsce.
In merito alla gravità della depressione esistono due macro distinzioni: la depressione maggiore melancolica, dove possiamo considerare come determinanti, la familiarità e i fattori scatenanti di natura biologica e la depressione minore ansiosa, dove i fattori predisponenti e scatenanti vanno ricercati nella sfera psicosociale.
Non possiamo trascurare, tra le possibili cause della depressione, anche eventuali modificazioni a livello biologico, nella regolazione di alcune sostanze come neurotrasmettitori e ormoni.
In dettaglio, nel caso della depressione maggiore troviamo soggetti che, ad esempio, mostrano la scomparsa di qualsiasi interesse, mancanza di energia, rallentamento psicomotorio sentimenti di inadeguatezza, inutilità, sensi di colpa, fallimento, disturbi del sonno, perdita di peso, difficoltà della concentrazione, e anche, pensieri di morte.
Nel caso, invece della depressione minore, nota anche come depressione reattiva (o nevrotica), abbiamo ansia, irrequietezza motoria, autocompiangimento, pessimismo, sentimenti di incapacità o inutilità , apprensività e irritabilità , affaticabilità, disturbi della concentrazione, disturbi sessuali (perdita della libido), anomalia del ciclo mestruale, disturbi del sonno (insonnia oppure ipersonnia ), disturbi alimentari (es. inappetenza o iperfagia) etc.
Ulteriori o eventuali complicazioni possono essere: disturbi alimentari (anoressia, bulimia), disturbi d’ansia (attacchi di panico), disturbo ossessivo-compulsivo (dipendenza da alcol), etc-
La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti. Indro Montanelli
Quindi quando ci troviamo in presenza dei sintomi sopra descritti, ci troviamo ad affrontare una persona depressa. Dobbiamo però fare attenzione a non confondere la tristezza, oppure l’umore depresso, per depressione.
Infatti, queste sono emozioni, forse anche complesse, poste a difesa del nostro apparato psichico, con lo scopo di segnalarci che abbiamo subito una perdita; una perdita importante.
Tale situazione (frutto di fatti reali oppure inconsci), provoca un ripiegamento in noi stessi, molto utile per accettare la perdita e per elaborare una risposta, oppure una nuova prospettiva, da cui partire oppure prendere in considerazione nuovi spunti, obiettivi, energie, etc.
Se questa trasformazione non riesce, si corre il rischio di cadere in depressione. Se la reazione alla perdita volge al negativo (cioè non c’è la rielaborazione della perdita come descritta sopra) non di rado, può accadere che ci si sente inadeguati, incapaci, dei falliti, etc.
In questo caso, come nei migliori circoli viziosi, spesso caratterizzato da pensieri ossessivi, da cosa nasce cosa e si scende sempre più verso il versante della depressione e si comincia a compromettere man mano tutte le aree importanti della nostra vita.
La depressione – Come si cura
La depressione maggiore ha poco chance di trovare beneficio con la sola psicoterapia.
La depressione nevrotica invece ha come terapia di elezione proprio la psicoterapia.
Ma, quale psicoterapia?
A mio avviso, anche in questo caso, deve essere integrata.
Una terapia incentrata sull’hic et nunc, (ovvero sull’immediato), permette di focalizzarsi sulla quotidianità, che poi è il ‘luogo’ ove passiamo la maggior parte del nostro tempo.
Ma anche una terapia che vada alla radice del problema, quindi di tipo analitico; una terapia che attraverso una regressione controllata, vada alla scoperta di tutti i conflitti che giacciono ancora nell’inconscio, ancora irrisolti.
Quei conflitti che poi, alla fin fine, sono la vera e ultima causa di tutti i nostri disagi.