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Ho scelto l’analista giusto?
Come trovare un bravo analista. Spesso faccio seminari, e sempre più spesso mi chiedono:
“… se dopo mesi di terapia, non vedo progressi, cosa sarebbe più giusto fare?” oppure, ” … come fare a trovare l’analista giusto …?”
Questo articolo tenta una possibile risposta alla domanda:
Come trovare un bravo analista?
anche perchè gli utenti, quando ‘navigano’ tra i vari blog, è questo che cercano: risposte.
Quali fonti usare per cercare l’analista giusto per noi
Come trovare un bravo analista. Ci sono alcuni elementi che aiutano a decidere se la scelta può andare nella direzione che ci auguriamo.
Tra gli elementi, sicuramente va considerata la fonte che ci ha portati nello studio di quel professionista.
Le ‘tipiche’ fonti sono: passaparola, seminario e, sempre di più, il sito del professionista o eventuali forum e ovviamente, sempre di più l’onnipresente GOOGLE.
Il passaparola, fa affidamento sul grado di fiducia che diamo al nostro suggeritore.
Il seminario ha una valenza molto forte: il professionista lo abbiamo visto in azione, quindi sappiamo com’è fatto, cosa dice, come lo dice, il carisma e l’interesse che è riuscito a suscitare;
il sito del professionista, ci offre la possibilità di farci un’idea in pochissimo tempo, di chi è, cosa scrive, le sue esperienze, il suo modello di riferimento, etc risolvendo così molte intermediazioni.
Le esperienze dei suoi pazienti testimoniate dalle loro recensioni.
Cos’altro conta? Dipende dai nostri obiettivi, dal nostro tempo, dalle nostre finanze, da quanto siamo determinati, dalla nostra età etc.
Quali aspetti influenzano la scelta dell’analista
Spesso il professionista viene scelto in funzione delle proprie finanze e mai come in questo periodo il problema è prioritario.
L’aspetto economico può essere affrontato prendendo in considerazioni l’utilizzo delle strutture pubbliche oppure scegliendo una terapia di gruppo.
Il tempo, è legato al numero di sedute settimanali che dovrebbero essere correlate al tipo di intervento, ma sempre più spesso è condizionato all’aspetto economico.
Il tempo, comunque, se svincolato da interferenze, viene deciso nel corso del primo incontro.
Un altro aspetto molto importante è l’età. La nostra e quella del professionista.
Comunemente ci si attende esista una relazione tra esperienza ed età del professionista. Anche se questa è una regola sensata, non sempre un terapeuta più anziano offre maggiori garanzie.
Come capire se l’analista è giusto per noi
Insomma, ci troviamo ad aver scelto un professionista per una delle situazioni descritte, siamo seduti nello studio, abbiamo raccontato la nostra ‘storia’ e spesso ci chiediamo: è la persona giusta per me?
Aiuta molto il processo decisionale considerare che:
- non è importante l’età del professionista, la sua esperienza, il modello terapeutico, il costo delle sedute, se è un uomo oppure una donna, se ci è stato consigliato da un amico fidato, oppure se al seminario ci ha colpito; quello che veramente conta è ciò che sentiamo noi.
Il famoso feeling verso l’analista
Cosa ci dice il nostro istinto? quali sono le impressioni che abbiamo? Ci sentiamo accolti o lo vediamo distratto oppure lontano dal nostro modo di essere?
Queste sono, a grandi linee, le domande a cui dobbiamo rispondere consci però che, potrebbero non bastare.
Potremmo cioè, dopo un certo numero di sedute, accorgerci che non succede nulla.
Anche se il professionista è obiettivamente bravo, serio, preparato, attento, con una discreta esperienza, etc alcune cose non sono accadute. Percepiamo la terapia come pesante, faticosa, inconcludente, etc. ahimè, capita.
Quali sono i segnali a cui fare attenzione nel corso dell’analisi
Ma, cosa dovrebbe succedere? Esistono alcuni ‘segnali‘ che aiutano a capire che la terapia procede bene e cioè (ma vale a titolo di esempio):
Eventuali disagi fisici, situazioni di stress, eventuali paure lentamente si attenuano; dovrebbero migliorare le relazioni con gli altri, l’umore dovrebbe stabilizzarsi e dovremmo sentirci più efficienti.
Se prima restavamo incollati al divano e alla casa, ora dovremmo avere il desiderio di uscire, incontrare gli amici, desiderare e cercare, quindi, motivi di svago.
Dovremmo notare che i nostri ‘pensieri’ prima sempre negativi e a volte catastrofici, ora diventano più positivi e quindi si riaccende il desiderio di fare nuovi progetti, etc.
Se questo, dopo un certo numero di sedute, non accade, le possibili cause sono:
1 – la nostra riluttanza al cambiamento (che è sempre in agguato)
2 – lo specialista
In questo secondo caso, evitiamo di sentirci responsabili del fallimento della terapia, parliamone con il terapeuta e se giungiamo alla conclusione che l’analista scelto non ci aiuta, mettiamoci alla ricerca di un nuovo professionista.
Avremo le idee più chiare e sicuramente la scelta sarà migliore.
Il nostro obiettivo, ritrovare noi stessi, deve essere sempre al top dei nostri sforzi, perchè la ricerca della felicità non è un hobby ma un lavoro a tempo pieno
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