La Sincronicità – definizione
La sincronicità, concetto introdotto dal celebre psicologo svizzero Carl Gustav Jung, si riferisce alla coincidenza di eventi che non sono legati da relazioni di causa-effetto, ma che condividono un significato che risulta evidente per chi li osserva.
Secondo Jung, la sincronicità manifesta una connessione tra l’individuo e il cosmo, suggerendo l’esistenza di un ordine nascosto e di un’intelligenza universale che influenzano la nostra vita (Anima Mundi).
In sostanza, la sincronicità si manifesta come un’intreccio di significati e simboli che si presentano in modo casuale, ma che hanno un impatto profondo sulla nostra esistenza.
Esempi di sincronicità
1. Durante una conversazione con un amico in cui stavi parlando di un libro specifico, ricevi una notifica sul tuo telefono che il libro è in saldo su un sito di libri online.
2. Stai pensando a un vecchio amico che non vedi da anni e improvvisamente ricevi una telefonata o un messaggio da quella persona.
3. Hai un sogno intenso su un determinato argomento e il giorno dopo incontri qualcuno che parla esattamente di quello stesso argomento.
4. Mentre stai camminando per strada, trovi una moneta rara che stavi cercando da tempo.
5. Ti svegli con una canzone in testa e quando accendi la radio, quella stessa canzone sta iniziando a suonare.
6. Decidi di cambiare lavoro o di iniziare un progetto e ricevi inaspettatamente una proposta o un’opportunità in linea con quella decisione.
7. Hai un forte presentimento su una situazione o una persona e poi scopri che il tuo presentimento era corretto.
8. Mentre stai cercando una soluzione a un problema, incontri qualcuno che ha esattamente la risposta di cui hai bisogno.
9. Mentre stai pensando a una vecchia passione o hobby, ricevi un invito per partecipare a un evento relativo a quell’interesse.
10. Ricevi un regalo inaspettato che è esattamente ciò di cui avevi bisogno in quel momento.
Differenze tra coincidenze e sincronicità
La sincronicità e le coincidenze sono concetti simili ma presentano delle differenze nel loro significato e nell’interpretazione.
La sincronicità si riferisce all’idea che determinati eventi apparentemente casuali o senza alcuna relazione causale possano essere collegati o correlati in modo significativo. Secondo il concetto di sincronicità di Carl Gustav Jung, questi eventi possono essere interpretati come un segno di un’interconnessione universale tra tutti gli eventi e le esperienze.
Le coincidenze, d’altro canto, sono semplicemente eventi casuali che si verificano senza alcuna relazione causale o significativa. Sono considerate fortuite e non hanno alcun significato più profondo o simbolico, come ad esempio fare 6 al superenalotto (è solo un caso).
In sostanza, la differenza tra sincronicità e coincidenze risiede nella credenza nell’esistenza di un significato più profondo e di un collegamento universale tra gli eventi nel primo caso, mentre le coincidenze sono considerate come semplici eventi casuali senza ulteriori implicazioni.
La Sincronicità è una legge che unisce cose simili
La Sincronicità è una legge che unisce cose simili, e per Jung era paragonabile a ciò che comunemente viene descritta anche con il termine di coincidenza, cioè la tendenza di fenomeni simili a manifestarsi simultaneamente ma in modo inatteso.
Ma, se è vero che la sincronicità è una legge che unisce cose simili, in merito alle coincidenze dobbiamo porre in evidenza che ne esistono di due tipi, ovvero: casuali e significative.
Le coincidenze significative e casuali
Come esempio di coincidenza casuale, Jung cita il caso di un tale che prende l’autobus per andare a teatro e scopre che entrambi i biglietti hanno lo stesso numero, e che entrambe contengono le cifre del numero di telefono di un tizio che incontra a teatro. Queste ‘coincidenze’, anche se straordinarie, rientrano nei limiti delle normali probabilità.
Diverse invece le situazioni delle coincidenza significative. altri esempi accaduti a Jung:
- a Jung, che stava lavorando alla simbologia del pesce, il primo aprile gli capitano almeno 7 coincidenze che hanno come tema il pesce;
- oppure, il caso straordinario, della giovane donna, che mentre racconta in terapia il sogno di uno scarabeo dorato, Jung sente battere sulla finestra il ronzio di un piccolo insetto che batteva contro il vetro della finestra; egli riuscì ad afferrarlo e vide che si trattava di uno scarabeide, e più precisamente di una cetonia dorata, un comunissimo insetto che si trova in Svizzera e assai simile allo scarabeo dorato.
“Devo ammettere”, scrisse in seguito Jung, “che non mi era mai accaduto e non mi accadde più da allora nulla di simile e che il sogno di quella paziente fù per me un’esperienza unica ed eccezionale; ma da quel giorno cominciai a pensare che fatti del genere non potevano essere spiegati come combinazioni o coincidenze casuali”.
Le coincidenze significative o acasuali
Dalla esperienza clinica Jung trasse quindi l’impulso necessario per giungere a formulare una spiegazione per una serie di fenomeni che venivano considerati assolutamente inspiegabili.
Egli sapeva che le leggi naturali si fondano sul principio di causa ed effetto (in base al quale ogni effetto deve avere una causa, la quale deve necessariamente precedere l’effetto); ma allora, si chiese, com’è possibile che in un mondo governato dalla legge di causa ed effetto si possono manifestare dei fenomeni che violano così apertamente tale legge?
Jung rispose a questa domanda mettendo in dubbio non la realtà di tali fenomeni, ma la validità della legge di causa ed effetto perché evidentemente essa (la legge) “… si basa su una visione distorta, o almeno parziale, della realtà ed ha bisogno di essere riveduta …”.
Le coincidenze significative e la fisica quantistica
Questa istintiva opposizione di Jung nei confronti della legge di causa ed effetto derivava dalle sue discrete conoscenze circa gli sviluppi della fisica fin dai primi anni del nostro secolo.
Egli sapeva che la teoria della relatività di Einstein aveva sfidato ed infine rivoluzionato la tradizionale nozione di spazio e di tempo fondata sulla causalità e gli sembrava che i fenomeni subatomici descritti dalla fisica quantistica, così strani e imprevedibili, costituissero un elemento fondamentale per la conoscenza diretta dei meccanismi della psiche.
Egli era convinto che se mai fosse stato possibile comprendere appieno l’essenza dell’universo, questo fine sarebbe stato raggiunto grazie all’azione congiunta della fisica e della psicologia, libere dalle loro limitazioni e animate da una visione comune.
Fisica e psicologia
Jung sosteneva inoltre che, al di là dell’universo psichico, fondato sulla dicotomia mente-materia e su una serie di percezioni causali inserite nello spazio e nel tempo, c’è un’unità atemporale in cui passato, presente e futuro si fondono e in cui materia e psiche non sono altro che manifestazioni diverse di una stessa realtà.
La teoria della sincronicità si fonda sulla constatazione dell’esistenza di “….un’incredibile parallelismo tra fatti psichici e fenomeni fisici …”, rispecchiato al livello quantico dalla tendenza delle particelle fondamentali (elettroni, protoni, ecc) a comportarsi ora come onde, ora come particelle.
Dualità onda materia
Gli scienziati devono ammettere di non sapere che cosa sia la luce, possono solo dire che, in certe condizioni sperimentali, essa sembra costituita da particelle, mentre in altre condizioni sembra composta da onde. Ma cosa essa sia in sé è ignoto.
La psicologia dell’inconscio, e qualsiasi descrizione del processo di individuazione (che poi è quel meccanismo che ci permette di conoscerci meglio), incontrano analoghe difficoltà di definizione.
Jung era convinto che le idee o i fatti aventi in comune il medesimo significato (pensare ad un amico lontano e ricevere una telefonata; il fisico che sta studiando il problema di soggetto e oggetto e gli capita di imbattersi in un libro che tratta proprio quell’argomento, ecc), si attraggono reciprocamente quasi come due calamite anche se tra loro non c’è alcun rapporto causale.
Correlazione tra la fisica e l’inconscio collettivo
Jung pensava che questi significati comuni potessero congiungersi, al livello della realtà quotidiana (sotto forma di coincidenze), perché al livello più profondo, quello della realtà trans psichica, in cui tutte le menti ritrovano la loro unità originaria, tutti i significati di uno stesso tipo sono simultaneamente legati tra loro.
La teoria della sincronicità, come si vede, è strettamente connessa con la teoria dell’inconscio collettivo e degli archetipi.
Un altro esempio di sincronicità ci vien dato dal fenomeno dell’entanglement: una particella è in grado di influenzarne un’altra, istantaneamente anche se distante anni luce. Questo fenomeno è stato più volte dimostrato scientificamente.
L’idea fondamentale che anima tutta l’opera di Jung è che gli uomini, in quanto specie, hanno in comune molteplici ricordi ed esperienze e questo inestimabile patrimonio è depositato nell’inconscio collettivo.
Ma i ricordi e le esperienze che popolano l’inconscio collettivo hanno un carattere tutto particolare; esistono sotto forma di archetipi, ovvero immagini psichiche che racchiudono in se le idee comuni a tutta l’umanità.
Gli archetipi di Jung rappresentano dal punto di vista psicologico ciò che le forme di Platone (dottrina della reminiscenza o anamnesi) rappresentano a livello filosofico.
Proprio come faceva Platone parlando dell’intelletto, Jung sostiene che l’insieme della vita inconscia (sogni, impulsi, forme mitologiche, creatività artistica, ecc) rispecchia l’universo degli archetipi, traendo da essi la sua energia psichica e trasferendoli continuamente nella personalità e nel comportamento individuale.
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