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Stalking

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Cosa è lo stalking

Il termine stalking è di origine inglese, utilizzato anche nel linguaggio comune italiano per indicare un individuo (lo stalker) che ha un atteggiamento persecutorio (ad esempio espresso con minacce, pedinamenti, telefonate moleste, …) che genera nel perseguitato emozioni di ansia e di paura in grado di compromettere lo svolgimento della normale quotidianità arrivando anche a temere per la propria incolumità o per quella di una persona cara.

Il fenomeno dello stalking è in crescita

Si dice che il fenomeno dello stalking sia in aumento e colpisce soprattutto le donne (ma anche gli uomini) di un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Tale fenomeno, percepito in crescita, in realtà è sempre esistito, ed oggi se ne parla molto di più. 

Quali persecuzioni opera lo stalker

Alcuni tipi di persecuzioni, come conseguenza del timore di essere respinti o non accettati, sono rivolte principalmente a donne tra i 35 e i 44 anni.
Molto spesso il persecutore (stalker) è un conoscente (raramente  un estraneo),  un collega, o un ex-compagno o ex-compagna che può essere spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche eventuale (a volte inesistente) torto subito.
I comportamenti tipici possono essere le classiche telefonate mute, oppure infiniti e deliranti SMS, appostamenti (sotto casa, ufficio, palestra, etc), regali, fiori che, oltre un certo limite, si trasformano in veri e propri atti persecutori.
La vittima di tali ‘attenzioni‘ può avere conseguenze anche molto gravi del tipo: comparsa di depressione, ansia e di disturbi post-traumatici da stress.

Come difendersi dallo stalker

Cosa fare: intanto, valutare il caso di una denuncia, discuterne con amici e famigliari, ma anche richiedere una consulenza psicologica per prevenire  i rischi di una eventuale insorgenza di disturbi psicopatologici più gravi.
Quando ansia e stress superano una certa soglia, come conseguenza di una situazione di costante allerta e pericolo, il soggetto può incorrere in una serie di  problemi psicologici anche rilevanti (insonnia, incapacità di concentrazione, agitazione, etc). 
Se la vittima tende a negare l’esistenza del pericolo che sta correndo e anzi assume una tendenza quasi a giustificare lo stalker, si corre il rischio paradossale di sottovalutare il rischio che fornisce allo stalker la convinzione (perchè non respinto) di avere ancora un ascendente sulla persona e quindi usa ogni possibile pretesto per continuare.
Il primo passo è allora sempre quello di riconoscere il problema e di adottare delle precauzioni maggiori. Occorre informarsi sull’argomento e comprendere i rischi reali, seguendo dei comportamenti volti a scoraggiare, quando è possibile, gli atti di molestia assillante.
Insomma, al molestatore, non devono essere offerti ‘spunti‘ poichè verrebbero usati per tornare sempre alla carica con nuove proposte, intrusioni, disturbi, etc. 
Se, ad esempio, lo stalker insiste nel chiedere di iniziare o di ristabilire una relazione che assolutamente non si desidera, è necessario, quasi obbligatorio, essere fermi nel “dire di no” una sola volta e in modo chiaro.
Ogni altro tentativo, come ad esempio convincere il proprio persecutore, ad esempio di aver bisogno di aiuto, oppure di farsi curare, etc., saranno lette come reazioni ai sui comportamenti e quindi rappresenteranno dei rinforzi, in quanto percepite come attenzioni nei suoi confronti.
Che poi è quello che cerca.
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